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Fiume. L'avventura che cambiò l'Italia - Pier Luigi Vercesi - copertina
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Fiume. L'avventura che cambiò l'Italia

Descrizione


Una straordinaria avventura che il fascismo, di lì a poco, tenterà di fare sua, riproponendo i cerimoniali inventati da d’Annunzio per conquistare le folle. L’anima più autentica del fiumanesimo, tuttavia, non soltanto non aderì al fascismo, ma si schierò dall’altra parte.

Il 12 settembre 1919 Gabriele d’Annunzio occupa con un migliaio di uomini il porto adriatico di Fiume. In pochi giorni il suo esercito di «disertori» si moltiplica. È una sfida al mondo intero: alle potenze alleate che non vogliono riconoscere l’italianità di quella città e al governo italiano che non si sa imporre al tavolo della pace di Versailles. L’occupazione dura quasi sedici mesi e Fiume diventa un laboratorio rivoluzionario politico, sociale, economico ma anche letterario e teatrale. D’Annunzio governa con un’invenzione al giorno, affinando le sue doti di seduttore e addomesticatore di folle. Fiume diventa la «città di vita», dove tutto è concesso e vissuto fino in fondo: le donne votano, l’omosessualità è tollerata, si può divorziare, l’esercito si democratizza e una Costituzione, La Carta del Carnaro, elaborata dal rivoluzionario Alceste De Ambris e riscritta da d’Annunzio, sovverte le regole borghesi e monarchiche. Pier Luigi Vercesi narra in queste pagine la storia di quest’avventura, dal settembre del 1919 in cui ebbe inizio sino alle giornate di sangue del Natale 1920, quando il governo italiano, dopo aver firmato un accordo con la Jugoslavia, ordinò al generale Caviglia di bombardare dal mare il Palazzo del governo di Fiume. Una straordinaria avventura che il fascismo, di lì a poco, tenterà di fare sua, riproponendo i cerimoniali inventati da d’Annunzio per conquistare le folle. L’anima più autentica del fiumanesimo, tuttavia, non soltanto non aderì al fascismo, ma si schierò dall’altra parte.
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Dettagli

2017
144 p., Brossura
9788854515338

Valutazioni e recensioni

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Gabriele Della Torre
Recensioni: 4/5

Parte di storia poco conosciuta ai giorni nostri. Ho apprezzato lo stile dell'autore che ha unito la storia dei fatti alle note di colore di quel mondo. Lettura molto interessante e scorrevole.

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Antonio
Recensioni: 4/5

Ottima narrazione dell'impresa fiumana; equilibrata nell'alternare la cronaca dura e pura agli aneddoti sopra le righe che caratterizzano l'intera vicenda come una vera e propria orgia di libertà. Giustamente l'autore taglia nettamente quel "cordone ombelicale" che, per troppo tempo, ha collegato l'avventura d'Annunziana al regime fascista, ponendone in risalto i risvolti libertari e anarcoidi che nulla hanno a che fare con qualsivoglia ideologia totalitaria. Il testo è breve e facilmente fruibile, buon viatico a letture più impegnative sull'argomento.

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franco
Recensioni: 3/5

Nel momento in cui concludo questo libro di Vercesi, noto che ve ne sono altri sullo stesso tema: non li ho letti e non posso fare confronti. Tuttavia va detto che esso è vivace e scritto con piglio di cronista che sa, all'occorrenza, approfondire gli argomenti, senza mai dimenticare che sta narrando vicende quasi incredibili, ben collocandole sullo sfondo del clima torbido e acceso delle trattative di Versailles per la pace, trattative che sembrano offendere le giuste attese italiane. Vercesi fa entrare in scena efficacemente D'Annunzio, il Vate, l'eroe della fase finale della guerra, soprattutto propagandistica, circondato dai personaggi più inverosimili e romanzeschi, personaggi che talvolta ritorneranno in altri momenti della storia italiana, sia dalla parte del fascismo, sia da quella antifascista: da De Ambris, a Muti, passando per Comisso, a quel Keller che costituisce una copia adolescenziale del Vate stesso, fino a militari e nazionalisti che poi passeranno all'altra parte, a banchieri come Toeplitz., uomini d'industria come Sinigaglia, fino a Toscanini e Marconi, che a fine 1920 ostentavano la loro simpatia per il sogno fiumano. Dall'altra parte, i politici liberali in difficoltà, soprattutto l'esitante Nitti (Cagoia nella irrisione di D'annunzio) che finirà per non reggere la sfida, Badoglio alla ricerca di un compromesso che D'Annunzio avrebbe rifiutato, e poi il severo generale Caviglia, ben lieto di porre fine alla sovversione come strumento della strategia giolittiana, dopo il trattatato di Rapallo che taglia l'erba sotto i piedi del Vate e della sua coorte di soldati e filibustieri che avevano orchestrato per lui stupefacenti colpi di mano. Vercesi conclude il libro ricordando che l'impresa fiumana, con le sue velleità ultrademocratiche e anarcoidi, il suo utopismo, la sua allegra bisboccia, il suo libertinismo, costituisce la prima e la più teatrale delle sfide antisistema degli anni 20, come Mussolini intese perfettamente.

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Conosci l'autore

Pier Luigi Vercesi

1961, Corteolona

Pier Luigi Vercesi è nato a Corteolona nel 1961. Inviato del Corriere della Sera, ha scritto numerose opere tra le quali La notte in cui Mussolini perse la testa. 24-25 luglio 1943 (Neri Pozza, 2019), Fiume. L'avventura che cambiò l'Italia (Neri Pozza, 2017), Il marine. Storia di Raffaele Minichiello (Mondadori, 2017), Storia del giornalismo americano (Mondadori, 2005), Ne ammazza di più la penna. Storie d’Italia vissute nelle redazioni dei giornali (Sellerio, 2014) e La notte in cui Mussolini perse la testa. 24-25 luglio 1943 (Neri Pozza, 2019). Inoltre ha realizzato numerosi documentari televisivi sulla Roma di Nerone, sulla Germania del Novecento e sulla Prima guerra mondiale.

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