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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2007
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Nella Bassa parmense la pioggia desta preoccupazione: il livello del Po continua a salire, e si aspetta la piena. La chiatta del vecchio Anteo Tonna ha lasciato il pontile ma procede in modo incerto e pericoloso: forse non è lui a condurla. Infatti, quando si arena in un’ansa del fiume, la cabina è vuota. Il fratello di Anteo, Decimo, muore cadendo da una finestra dell’ospedale: in apparenza è un suicidio, ma il commissario Soneri non ne è convinto. I due anziani, che conducono una vita molto riservata, hanno un oscuro passato fascista nella Repubblica di Salò, forse non erano benvisti in paese, ma sembra strano un collegamento a fatti così remoti. La storia è molto lenta, rende bene l’atmosfera sonnacchiosa e deprimente della Bassa parmense, già descritta in modo più vivace da Guareschi, la paura per la piena del fiume e il desiderio infantile di sfidarla da parte di alcuni abitanti, la nebbia e la pioggia sottile e insistente. I personaggi e l’ambientazione sono abbastanza scontati: c’è un poliziotto amante della buona tavola con una compagna, Angela, bisbetica e assillante; un gruppo di vecchi saggi e testardi, che apprezzano l’opera lirica e il vino novello; un delitto di paese con radici, forse, in antichi rancori. I poliziotti anticonformisti sono di moda, ma è poco credibile un commissario che fa sesso sul luogo di un possibile delitto. Come nei libri di Guareschi, in Emilia la politica è importante, i contrasti non sono mai sopiti e i ricordi della guerra civile sono ancora vivi, decenni dopo la fine del conflitto; la gente non frequenta la chiesa ma la tradizione religiosa è forte, anche in contrasto con le convinzioni politiche. Più commedia di costume che giallo, ricorda le storie appenniniche del maresciallo Barnaba e della guardia forestale Poiana di Guccini e Macchiavelli: si aspetta un punto di svolta che non arriva. E’ un giallo poco avvincente, privo di emozioni, di una lentezza esasperante che affonda nella noia.
Lettura piacevole, da assaporare lentamente. Il ritmo non è forsennato e la trama non particolarmente accattivante, ma la descrizione dei luoghi e la profondità dei personaggi (anche quelli di contorno) è straordinaria.
Primo romanzo che leggo di Varesi. Personalmente ho trovato il libro di una noia mortale. Fin dall'inizio la narrazione è lenta e stenta a decollare anche dopo l'inizio dell'inchiesta. Troppa enfasi sulle descrizioni riguardanti l'ambiente in cui si svolgono le vicende. Il freddo, la pioggia, la nebbia e il Po la fanno da padroni, ma tutto è ridondante al limite del sopportabile. Mi sono trascinata fino alla fine del libro perché difficilmente abbandono una lettura a metà, ma ho avuto più di una tentazione. Il personaggio di Angela è decisamente irritante. Di sicuro è più apprezzabile la trasposizione televisiva delle vicende del Commissario Soneri.
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