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Capita non di rado, e non soltanto a chi si occupa di cinema, di ritrovarsi coinvolti e frustrati nella disperata ricerca di un libro tanto prezioso quanto irraggiungibile, uno di quei libri di cui si sente molto parlare e sui quali non si riescono mai a mettere le mani. Grazie al Castoro e al contributo della Fondazione Cineteca Italiana, il testo di Aldo Tassone è stato invece salvato da questo scoraggiante destino. Pubblicato due anni fa dal festival fiorentino France Cinéma e dalla Provincia di Napoli in occasione del ventennale della scomparsa del regista e di una grande retrospettiva curata da Françoise Pieri, il volume è andato subito esaurito ma torna oggi in libreria salutato con entusiasmo dalla critica e dai cinefili italiani.
Aldo Tassone, uno dei maggiori esperti del cinema d'Oltralpe, studioso di grande acutezza e instancabile animatore culturale, ben conscio dell'ampia bibliografia truffautiana, ha dato alle stampe un lavoro originalissimo e importante che si impone per la sua capacità di essere, al tempo stesso, un'imprescindibile guida per coloro che vogliono scoprire il cinema di Truffaut e uno strumento d'indagine approfondita per chi è stato invece già iniziato al culto di questo straordinario cineasta. Chi sia stato François Truffaut e quale ruolo abbia occupato nella storia del cinema è ben raccontato nel saggio di Paola Malanga (L'adorabile Truffaut) incluso nel volume. A noi basta ricordare che è stato l'anima più onesta, sincera e appassionata della Nouvelle Vague, l'uomo che attraverso la macchina da presa ha raccontato la propria vita (vissuta, pensata, sognata) mettendosi sempre dalla parte dello spettatore, senza mai concedersi la patente di teorico e di geniale interprete del reale (si veda, in questo senso, la memorabile e feroce lettera a Godard riportata da Tassone nel suo contributo sull'epistolario).
Ciò che più ci fa amare il volume è, inevitabilmente, l'ampia sezione di interviste che il regista ha concesso a Tassone tra il 1974 e il 1981. In esse Truffaut si racconta come in una seduta di analisi, citando i film che più lo hanno entusiasmato, i libri che ha letto, gli incontri che hanno segnato e tracciato la sua esistenza. C'è poi una toccante rievocazione del clima della Nouvelle Vague nascente, l'amicizia con Rohmer, il confronto con Hitchcock, il successo dei Quattrocento colpi a Cannes e molte altre cose ancora. Sono cento pagine di vita che, per ovvie ragioni, non possiamo riassumere ma che invitiamo a leggere come un romanzo. Di grande interesse è anche la sezione dedicata alle testimonianze, costituita da conversazioni con, fra gli altri, Claude Jade, Claude e Lucette de Givray, Jean Gruault e Claude Chabrol: amici, colleghi e collaboratori che rievocano il loro rapporto con il grande cineasta prematuramente scomparso. Come in tutti i libri di Tassone, l'apparato biblio-filmografico si segnala poi per ricchezza e precisione, qualità non di secondo piano nel confuso e talvolta frettoloso panorama editoriale cinematografico italiano.
Stefano Boni
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