Il volume ricostruisce la storia pubblica, poetica e politica, di Cunizza da Romano, sorella di Ezzelino e di Alberico, sullo sfondo del violento avvicendarsi di vecchie e nuove signorie nella Marca trevigiana. Ci riconsegna una figura controversa rispetto a quella che Dante ritrae, in evidente contrasto con le testimonianze a noi giunte e a lui note (nei versi di Paradiso IX, 13-66), che mirano dunque a un vero e proprio riscatto ermeneutico del personaggio storico.
Tra queste testimonianze spiccano quelle delle due vidas provenzali che Uc de Saint Circ avrebbe scritto di Sordello da Goito, protagonista con Cunizza dell'affaire sentimentale del secolo. In entrambe è attestato il rapimento della donna compiuto dal trovatore per espresso ordine di Ezzelino, ma nella seconda le tinte si sfumano e lo stesso rapimento sembra piuttosto una fuga progettata dai due amanti. L'avventura con Cunizza, tuttavia, rimase per Sordello uno stigma da cui egli non si sarebbe più liberato agli occhi dei contemporanei, neppure quando la donna rientrò in seno alla famiglia dei da Romano e l'arbitro ed educatore delgusto letterario alla corte albericiana, Uc (se anche la seconda vida è sua), gli si fece di fatto più benevolo. Il bersaglio polemico di rivali come Peire Guillem de Tolosa, Granet e soprattutto Peire Bremon diviene allora "quell'ideologia platonica che Sordello ha costruito in Provenza per l'amor cortese".
Su un piano parallelo si muove l'ancor più radicale progetto di screditare Cunizza e anch'esso fa capo a Uc, il quale nella tenzone con Peire Guillem de Luserna avanza il sospetto, poi smentito da Dante, di una futura dannazione della donna. La damnatio memoriae inflitta da Uc era conseguenza dello spregiudicato comportamento di Cunizza, la cui volubilità alterava la distanza con i fedeli d'amore e metteva in dubbio il principio stesso del servizio amoroso, così come, sul piano politico, quello della lealtà verso la famiglia, un aspetto questo che accomunava Cunizza ed Ezzelino, fratello maggiore e nemico di Alberico. In questi termini, "la storia di Sordello e di Cunizza, insomma, rischia di essere la più riuscita delle modellizzazioni di Uc". Sarebbe dunque Dante a raccogliere la sfida lanciata da Uc a Peire Guillem assumendo la difesa di Cunizza e il compito di riscattarne l'immagine terrena, difesa e riscatto che si estendevano, mentre il poeta scriveva l'ultima cantica a Verona, allo stesso Ezzelino, che tanto Dante quanto il guelfismo patavino vedevano collegati a Cangrande. Con la sua storia intertestuale di Cunizza, Puccetti ci mostra come si possa fare storia della cultura medievale muovendo dalla voce come dal silenzio dei personaggi del poema e come nessuno di questi possa dirsi minore.
Igor Candido
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