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Finalmente un libro divertente senza essere stupido, intelligente senza essere noioso, ben scritto, molto piacevole alla lettura e soprattutto ORIGINALE. Lo consiglio a chiunque abbia il coraggio di andare al di là dei nomi famosi e degli editori di grido. Meriterebbe molta più pubblicità, anche noi lettori dovremmo essere meno attaccati ai marchi e più attenti alla sostanza. Complimenti a chi l'ha scritto: è uno dei libri più belli che ho letto quest'anno!
Fin dalla scelta del titolo il libro intende suggerire al lettore che questi racconti possono riservare soddisfazioni maggiori di quelle che si potranno trarre da una semplice lettura di superficie. La possibilità di offrire uno sguardo profondo dentro le cose non era l’obiettivo programmatico di questa raccolta, ma è la naturale conseguenza dell’idea che l’autrice ha della letteratura. Di per se stesso lo scrivere storie non significa fare letteratura: la maggior parte della narrativa scritta da giovani per i giovani, da donne per le donne, da giornalisti per i lettori di giornali, dai professionisti della narrativa di genere, si risolve in un’estenuante elencazione di azioni, di mode, di abitudini, di oggetti, di idee codificate, che si dimenticano non appena il lettore termina l’ultima pagina del volume. Questo libro è invece diverso perché riprende un’idea di letteratura che si giustifica nella tensione etica. Dire così significa intendere la letteratura come la poteva intendere Sciascia, nel senso che lo scrivere è penetrare, è far emergere, è aiutare a essere consapevoli delle situazioni vissute, è provare a cambiare le cose. È fare letteratura militante. Si tratta quindi di un libro da leggere con coraggio, perché le vicende narrate in questi racconti si sviluppano in modo imprevedibile, a volte con una meccanica pirandelliana. Calati in questa prospettiva, noteremo allora come i protagonisti di questi racconti, immersi nelle loro differenti storie, siano tutti animati da una forza interiore insopprimibile, che li costringe ad agire anche in situazioni disperate. Succede che tutto si risolva per il meglio, ma di rado la fortuna è dalla loro parte; tuttavia la sensazione che rimane anche negli epiloghi più sconfortanti è che le loro sconfitte non siano definitive, e anche quando interviene un evento irrimediabile il lettore sia come chiamato a prendere il testimone e sostituirsi al protagonista nella battaglia del suo racconto.
Beh, che dire? Veramente complimenti per il tuo libro. Mi è piaciuto tanto, soprattutto l'ultimo episodio del libro (quello del Bugatti). ...... finalmente un libro che parla di una categoria così vituperata, peccato che certi dettagli solamente la nostra mente burocratica può coglierli. Alla prossima lettura. Un saluto Barbara Bollani
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