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Anno edizione: 2018
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Furland è, ancora una volta, una bella narrazione distopica di Tullio Avoledo, ambientata nel suo Friuli che, qui, riesumando un'antica parola dialettale diventa il "Furland". Il Friuli - in questo futuro non troppo lontano da noi - è diventato indipendente ed è stato trasformato in un enorme parco di attrazioni tematiche in cui molte delle sue località servono a mettere in scena con assoluta veridicità eventi del passato vicino e remoto. L'intera storia friulana viene raccontata attraverso parchi a tema, per la realizzazione dei quali cui buona parte della popolazione residente è coinvolta, con scenografie assolutamente reali e credibili. Flussi interminabili di turisti si recano nelle diverse location friulane per assistere agli eventi storici, quali battaglie, invasioni, persecuzioni religiose, esecuzioni, di tutto e di più. Senonché, ad un certo punto, il corretto andamento delle messe in scena delle attrazioni viene disturbato dalla comparsa incongrua di un Zorro e di altri personaggi del tutto scollegati dal tempo rappresentato. Il protagonista viene chiamato ad indagare per risolvere il caso che sta generando confusione e rischia di compromettere molte delle attrazioni. Con molta avventura e tanti colpi di scena l'avventura va avanti sino ad una risoluzione che non è quella che ci si aspetterebbe. E intanto assieme a Francesco Salvador, coadiuvato da Hem (che è un attore che interpreta Hemingway giovane) compiamo un viaggio estremamente interessante all'interno di questo mondo distopico, fondato sull'intrattenimento, ma nello stesso feroce e crudele. Ovviamente, lo scrittore attraverso la sua invenzione letteraria, ci parla delle storture del presente, quando tutto ciò che è autentico e vero, viene abbandonato a favore della rappresentazione finzionale. Ancora una volta, Avoledo ha fatto centro.
Merita cinque stelle solo per l'idea che ha portato l'autore a scrivere questo libro. Un Friuli così non sarei mai riuscito ad immaginarmelo.
Mi piaceva molto l'idea, ma il romanzo non è stato all'altezza delle aspettative. Non che sia scritto male o che abbia particolari problemi di trama, ma le vicende dei personaggi semplicemente non mi hanno preso e l'ho lasciato - per ora - da parte a circa metà. Forse prima o poi lo riprenderò e allora aggiornerò la recensione.
Recensioni
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«Tutti sapevano che, immediatamente dopo l’indipendenza, Vittorio Volpatti si era ritirato a vita privata in una località segreta del Furland, delegando il governo agli Amministratori e ai Supervisori […] L’immagine e la voce del nostro Leader erano onnipresenti. I suoi discorsi venivano riproposti a ogni festa nazionale, le sue foto e i suoi ologrammi ti guardavano da ogni edificio pubblico». Il discorso dell’indipendenza di Volpatti si era intrecciato a un tricolore ammainato e alle note di un vecchio film, Il gladiatore. Prima c’erano state una guerra civile, risolta con la battaglia di Latisana nel giugno 2023, e una pulizia etnica che aveva risparmiato solo i friulani. Dopo, Volpatti era sceso a patti con la concretezza del dio denaro, con gli stessi poteri forti che combatteva, con i soldi di alcuni investigatori stranieri che, di fatto, avevano trasformato il Friuli, sotto l’egida dell’Amministrazione, in un enorme parco divertimenti, con rappresentazioni di grande verosimiglianza: fucilazioni naziste, aristocrazie asburgiche a Trieste, insediamenti longobardi, villaggi celtici, sacrifici druidici. Di un futuro e di una terra che possono far paura (non sono un azzardo, visti i tempi che corrono, e di sicuro non sarebbero una possibilità), ma non sono da derubricare solo ai “parti della fantasia”, scrive Tullio Avoledo, uno degli autori più immaginifici alle nostre latitudini, nel suo nuovo romanzo, Furland® (225 pagine, 16,50 euro), pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere. Chi crede alla favoletta che Avoledo abbia esaurito il proprio spirito narrativo si faccia da parte. Gli altri si bevano Furland anche in una sola notte e poi stiano lì a farsi qualche domanda, a riflettere, su cosa siamo diventati e su cosa potremmo diventare.
C’è la fantasia di Avoledo in queste nuove pagine, la stessa fantasia che non ha mai smesso di soccorrerlo dopo il debutto de L’elenco telefonico di Atlantide ed è vivissima in Furland® Dove il futuro, che è quasi presente, terrorizza. Non è un meccanismo perfetto questo luna park local-nazionalistico, che gioca con la storia e la geografia e che piace tanto ai turisti, in particolare a quelli orientali. Bene e male s’intrecciano, si confondono. E soprattutto le “attrazioni” sono a rischio, c’è qualcuno che tenta di sabotare gli spettacoli, uno Zorro da smascherare, sulle cui tracce si mette Francesco Salvador, tenente nazista, almeno per lavoro, cioè questo è il ruolo che interpreta nella messinscena del Kosakenland (quando nel 1944 le truppe cosacche alleate dei nazisti occuparono la Carnia) al servizio dei turisti, nella farsa con centinaia di comparse che finisce nelle memorie dei loro smartphone.
Gli attentati minacciano l’aura apparente di perfezione e tranquillità del Furland e lui – affiancato da un collega che ha il volto di Hemingway, in seguito a un intervento di chirurgia plastica – deve impedire che i guai continuino. Da improvvisato detective Francesco Salvador scoprirà ben più dell’iniziativa di un singolo… Avoledo fa anche rischiare la vita al suo protagonista nel corso del viaggio investigativo che lo conduce ai quattro angoli del Furland, fra epoche e spazi differenti. Aleggia il mistero della scomparsa dell’Amato Leader, che a un certo punto riapparirà avvolto in un morbido cardigan color cammello. Dove, come e perché toccherà ai lettori scoprirlo…
Recensione di Giovanni Leti
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