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recensione di Gallimbeni, R., L'Indice 1989, n. 5
"Sull'energia si è scritto tanto, che un libro di più sembrerebbe di troppo... Mi lusingo solo di avere tentato di scrivere meglio degli altri, senza pretendere di esserci riuscito". Quest'opera di Silvestri, titolare della cattedra di Energetica al Politecnico di Milano, costituisce un contributo, prezioso quanto raro, alla divulgazione scientifica di alto livello delle problematiche energetiche.
Dopo poche pagine introduttive, il lettore viene subito coinvolto in un'esperienza informativa che lo terrà impegnato sino alla fine del libro. Si parte dalle basi termodinamiche dell'energetica, per passare dall'analisi delle forme e della domanda di energia, attraverso la valutazione delle conseguenze ambientali e dei disastri prodotti dal suo uso, sino al futuro energetico nazionale.
L'autore è scopertamente contrario alla prospettiva di denuclearizzazione del sistema Italia, ipotesi (o realtà) questa contro cui si scaglia con tenacia. Anche per questo motivo, nel libro hanno grande rilevanza i capitoli dedicati agli effetti nefasti della combustione di carbone, metano, petrolio e derivati, ed al ridimensionamento delle potenzialità dell'energia solare, certo buona per alimentare satelliti e navicelle spaziali, forse buona per le calcolatrici tascabili.
Al riguardo, emerge una delle migliori doti del libro: Silvestri innanzitutto informa, e non risparmia al lettore una certa peristalsi mentale; dopo, attacca e fa a pezzi. Ad esempio Silvestri sostiene (con un argomento indiretto, economico più che energetico) che per costruire una grande centrale elettrosolare sarebbe necessaria una quantità di energia, nella sua forma pregiata, maggiore di quella prodotta nel corso del suo funzionamento. La prospettiva solare viene demolita attraverso valutazioni imperniate sulla qualità dell'energia: quest'ultima tematica, cruciale per l'uso razionale di energia ma sistematicamente ignorata dalla grande stampa, viene sistematizzata sin dalle prime pagine del libro.
Per finire, a meno che nella provetta di Pons e Fleischmann sia il crogiolo della ritrovata pietra filosofale, lo scenario energetico che Silvestri pronostica tra un secolo è molto chiaro, e senz'altro verosimile nell'ambito di un modello di sviluppo sostanzialmente immutato. Si tratta di un fabbisogno quintuplicato di energia, quasi tutta elettrica (al 70%), e necessariamente nucleare (di fissione).
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