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Andreas Becke >, Gandhi , ed. orig. 1999, trad. dal tedesco di Marco Formisano, pp. 125, 10,60, Carocci, Roma 2002
La figura e l'opera di Gandhi possono essere analizzate sotto molti punti di vista, focalizzando volta a volta un particolare aspetto della sua personalità: uomo politico, riformatore religioso, santo, profeta della nonviolenza. Il libro che qui segnaliamo focalizza la sua attenzione sulla sua etica tentando di coglierne le implicazioni filosofiche. L'analisi segue un filo biografico, scelta ampiamente giustificata dal fatto che per Gandhi la morale andava praticata e non predicata. Tuttavia poiché l'autore si sofferma su episodi che aiutano a cogliere lo svolgimento della meditazione morale di Gandhi, va ricordato che essi non sempre coincidono con i momenti salienti della sua vita pubblica. Così, una volta delineata l'evoluzione etica gandhiana, l'analisi si arresta e gli ultimi diciotto anni della vita, ricchi di avvenimenti politici di grandissimo rilievo, sono sommariamente riassunti in una mezza paginetta. Se il lavoro è accurato e svela una passione intellettuale sincera per l'oggetto studiato, le citazioni da e i richiami a filosofi come Kant, Hegel, Heidegger che costellano l'esposizione non ci sono parsi sempre pertinenti e sempre necessari per inquadrare la riflessione gandhiana. D'altronde, però, Becke arriva a chiarificare aspetti importanti del carattere gandhiano. Ad esempio, dopo aver ricordato come egli fosse ossessionato dalla necessità di controllare, attraverso la mortificazione fisica e il rigorismo comportamentale, i desideri, osserva giustamente che "la sua 'etica' non rappresenta quindi una filosofia dell'amore, come quella di Gesù; il fine di Gandhi è piuttosto la totale assenza di passioni". Pertinenti sono anche le notazioni sulla radicale avversione gandhiana al modo di vita occidentale e ai ritrovati della tecnica. Un antimodernismo che è anche una delle chiavi del suo nazionalismo, leggibile come il tentativo di ritrovare una identità indiana contro la contaminazione europea imposta dalla dominazione britannica. I riferimenti bibliografici finali sono stati evidentemente adattati per l'edizione italiana; sarebbe stato però opportuno avvertire della cosa, visto che questo non è stato fatto per le note.
Maurizio Griffo
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