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Gente di Dublino - James Joyce - copertina
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Gente di Dublino

Descrizione


È possibile sfuggire a una città spenta, provinciale, intontita dall'alcol e afflitta da una mortificante asfissia morale? Quando Joyce, ventenne irrequieto e pieno di talento, decide di dedicare la sua prima opera alla città in cui è nato, ha già la risposta a questa domanda. Sceglie la forma del racconto, la molteplicità delle circostanze e dei punti di vista, per costringere i suoi concittadini, e i suoi lettori, a guardarsi come in uno specchio. L'immagine che ne trarrà sarà impietosa: le situazioni e i personaggi, gli aneddoti e i dettagli ne illumineranno la spaventosa inconsistenza spirituale. Ma dai pregiudizi e dalle miserie di questa Dublino realissima eppure universale, a oltre un secolo di distanza, quale città può dirsi immune? Introduzione di Luigi Sampietro.
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Dettagli

2013
Tascabile
19 giugno 2013
248 p., Brossura
9788817054836

Valutazioni e recensioni

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giulia.24
Recensioni: 4/5

Una dura critica a Dublino, ai suoi vizi, ai suoi segreti, alle 'false virtù' del posto, ai dublinesi. Ogni racconto tocca un'emozione diversa, tocca vite dalla mostruosa dualità, all'apparenza perfette ed ideali, ma che in realtà sono in uno stato di irrefrenabile degrado. Il testo perfetto per approcciarsi a Joyce, e per scoprire cosa si nasconde dietro al velo della storia!

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Piero Suriano
Recensioni: 3/5

In questo libro Joyce scandaglia l’animo umano attraverso bozzetti di vita quotidiana, rubati, come fa un abile fotografo, alla sua città natale. L’Irlanda diventa lo specchio del mondo e Dublino il riflesso delle sue più intime e inconfessate contraddizioni. È una raccolta di quindici racconti che ad una prima sommaria lettura può non dir nulla, tanto sono sconnessi l’uno dall’altro. Solo successive letture consentono di metabolizzare il testo e il proponimento di Joyce di descrivere Dublino dietro la lente di momenti diversi dell’esperienza umana: “infanzia, adolescenza, maturità e vita pubblica”. Così abbiamo il rimestare nei ricordi della prima giovinezza di Eveline che sta per lasciare, come tanti suoi amici, la casa paterna, lontano dalle cattiverie del genitore, ma anche da quegli oggetti “che aveva spolverato una volta alla settimana per tanti anni”. La soddisfazione della signora Mooney che nel ruolo di “madre oltraggiata” piazza la figlia Polly al malcapitato signor Doran, libero pensatore solo a parole. Le umiliazioni pubbliche subite da Farrington si trasformano in vessazioni private, a mo’ di vendetta, contro il figlio Tom malmenato per un nonnulla. Mr Duffy trova nella signora Sinico, esclusa dal marito “dal rango” di persona interessante, la sua musa ispiratrice e ne diviene il confessore esclusivo. Le discussioni e le ripicche di nazionalisti irlandesi alla vigilia delle elezioni a caccia di voti e di prebende. Le rimostranze mercantilistiche della signora Kearney riguardo al mancato pagamento della figlia come cantante. Lo scherzo organizzato da tre amici buontemponi contro Mr. Kernan, fustigatore della fede cattolica. E da ultimo, la confessione di Gretta al marito Gabriel, fremente di desiderio, in una camera d’albergo, di essere stata amata da un ragazzo in passato, fino a sentirsi la causa della sua morte per un amore non corrisposto.

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Anna
Recensioni: 4/5

La mia esperienza joyciana inizia leggendo l’Ulisse, un capolavoro che mi ha assorbita completamente e mi ha lasciato una gran voglia di approfondire l’autore. È così che mi sono ritrovata tra le mani “Gente di Dublino”, un’opera che è un banco di prova in cui si delineano personaggi ed esercizi di stile che si svilupperanno in seguito nell’Ulisse e rispetto a quest’ultimo è decisamente di più facile portata, più immediata, ma non priva di una sua complessità. I racconti di Joyce infatti non hanno un vero inizio né una fine ben precisa: cominciano in una sorta di medias res e il finale lascia libero spazio alle deduzioni del lettore. Per ciò che sono riuscita a percepire è come se i racconti costituissero una passeggiata dal centro alla periferia di Dublino raccogliendo le varie voci e gli episodi dei passanti che arrivano nella loro immediatezza senza conoscere il prima né il poi. Joyce mette in scena la vita attraverso le sue varie fasi con il suo stile inconfondibile offrendo uno squarcio di una Dublino imperfetta, piena di debolezze, ma proprio per questo vera.

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Conosci l'autore

James Joyce

1882, Dublino

James era il primogenito di una numerosa famiglia della buona società irlandese, di forte tradizione cattolica e nazionalista che lo iscrisse nei migliori collegi cattolici della città. Poi le condizioni della famiglia andarono peggiorando, fino ad arrivare a uno stato di assoluta povertà dopo la morte della madre (1903). L’educazione gesuitica influenzò la sua formazione, tanto da provocare in lui una temporanea vocazione sacerdotale, presto abbandonata. Dopo la pubblicazione dei primi lavori letterari, ancora all’università, conobbe Yeats ed ebbe uno scambio epistolare con Ibsen. Dopo la laurea, spinto dal vago proposito di studiare medicina alla Sorbona, trascorse un breve periodo a Parigi, dove approfondì anche le sue nozioni di scienze...

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