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Gente di Dublino
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Gente di Dublino

Descrizione


Considerati tra i capolavori della letteratura del Novecento, questi quindici racconti - terminati nel 1906 ma pubblicati soltanto nel 1914 perché per la loro audacia e realismo gli editori li rifiutarono - compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. Fa da cornice a queste vicende la magica capitale d'Irlanda, Dublino, con la sua aria vecchiotta, le birrerie fumose, il vento freddo che spazza le strade, i suoi bizzarri abitanti. Una città che, agli occhi e al cuore di Joyce, è in po' il precipitato di tutte le città occidentali del nostro secolo.
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Dettagli

1995
1 gennaio 1995
288 p.
9788880490159

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Estelgard
Recensioni: 3/5

Di sicuro Joyce o lo si adora o lo si trova indigesto...io sono tra coloro che appartengono al secondo gruppo, pur affermando che è uno dei più grandi scrittori del '900. Non ho mai letto "Ulisse" e mi sono riproposto di farlo, quando troverò il coraggio e lo stimolo giusto. Per ciò che riguarda "Dubliners" non mi attrae particolramente lo stile dell'autore, nonstante mi piacciano le descrizioni accurate; la quasi mancanza di azione , la piattezza di certi personaggi è troppo simile al verismo di certi altri autori precedenti (vedi Verga, altro che assolutamente non apprezzo). L'affresco di Dublino è mirabile, ma proprio perchè aderente alla realtà, non mi provoca nessuno stimolo a una lettura coinvolgente. Alcuni racconti più di altri si sono rivelati interessanti: "Le sorelle", "Arabia", "Due cavalieri", "Una piccola nube", "I morti". Comunque in ogni storia la patina di noia ha sempre prevalso sugli spunti d'emozione che ho provato. Come molti me li hanno descritti, questi racconti sono come quadri di una uggiosa città del nord: immobili, spenti e piuttosto monocromi.

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Romano De Marco
Recensioni: 5/5

Come commentare questa raccolta di racconti se non affermando che si tratta di un imperdibile capolavoro della letteratura del 900? Al di là della ambientazione specifica dublinese, si tratta di attualissimi affreschi (ma forse sarebbe meglio dire "istantanee") sulla condizione umana con le sue miserie, le sue sofferenze, le sue contraddizioni. Attuali per tematiche ma anche e soprattutto per un linguaggio pulito, essenziale, diretto, scevro da qualsiasi manipolazione stilistica che possa interferire con la narrazione e la presentazione dei fatti e dei personaggi. Una lettura senza tempo, affascinante e illuminante, per alcuni versi addirittura innovativa nonostante si tratti di pagine scritte un secolo fa.

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James Joyce

1882, Dublino

James era il primogenito di una numerosa famiglia della buona società irlandese, di forte tradizione cattolica e nazionalista che lo iscrisse nei migliori collegi cattolici della città. Poi le condizioni della famiglia andarono peggiorando, fino ad arrivare a uno stato di assoluta povertà dopo la morte della madre (1903). L’educazione gesuitica influenzò la sua formazione, tanto da provocare in lui una temporanea vocazione sacerdotale, presto abbandonata. Dopo la pubblicazione dei primi lavori letterari, ancora all’università, conobbe Yeats ed ebbe uno scambio epistolare con Ibsen. Dopo la laurea, spinto dal vago proposito di studiare medicina alla Sorbona, trascorse un breve periodo a Parigi, dove approfondì anche le sue nozioni di scienze...

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