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Germinale - Émile Zola - copertina
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Germinale

Descrizione


Il giovane Stefano Lantier va a cercare lavoro in una miniera e trova un mondo di sofferenza e di miseria, in cui tutti i valori della dignità umana sono calpestati: l'onesto Maheu, il volgare Chaval, il macchinista russo Suvarin, cupo e sognatore, la giovane e contesa Caterina e molti altri personaggi, buoni e malvagi, assurgono a simbolo di una società e di una condizione in cui il male sembra prevalere su tutto, anche sull'amore. Il soffio epico che accompagna le fosche vicende di questa folla di "miserabili" travolge ogni pretesa oggettiva per trasformarsi in visione, incubo, allegoria: la rivolta è possibile, ma la corruzione dell'animo umano sembra compromettere il sogno di una definitiva redenzione.
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Dettagli

2005
Tascabile
21 giugno 2005
522 p.
9788806177584

Valutazioni e recensioni

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AdrianaT.
Recensioni: 4/5

Con precisione positivistica, Zola è abilissimo nel rendere la claustrofobia dei cunicoli delle miniere di carbone di fine Ottocento e degli umani disumanizzati che in quell'inferno strisciavano e asfissiavano senza nemmeno la certezza di uscirne vivi e di riuscire a sfamarsi una volta fuori: Miseria all'ennesima potenza. Germina infatti il seme della ribellione e della lotta nutrito da una crescente consapevolezza e presa di coscienza di una situazione esistenziale insostenibile, mentre la borghesia padrona si getta su insalate russe e trionfi di gamberi per poi pucciare brioche nella cioccolata fumante. «Avevano, nonostante tutto, una fiducia assoluta, una fede religiosa, il cieco dono di un popolo di credenti. Gli era stata promessa l'era della giustizia e loro erano pronti a soffrire per la conquista della felicità universale. La fame esaltava le menti; mai, perché gli uomini allucinati dalla miseria, dietro l'orizzonte chiuso si era aperto un aldilà più spazioso. In esso, quando la debolezza annebbia la vista, rivedevano la città ideale del loro sogno, ma ormai prossima come reale, con il suo popolo di fratelli, la sua età dell'oro del lavoro e dei pasti in comune. Nulla riusciva a scuotere la convinzione che alla fine ci sarebbero entrati.» Una botta di ottimismo fra un morso della fame e l'altro che fornisce un'energia insperata e difficilmente spiegabile se non come un ultimo slancio dettato dalla disperazione. Per tutta la lettura di Germinal, ho avuto in mente il mio preferito Hugo e i suoi Miserabili addolciti dal romanticismo; poco da spartire con questi scolpiti dal più crudo naturalismo. Ciò che li accomuna in parte, è forse la magnifica scrittura di entrambi, e la piacevolezza della lettura nonostante l'assoluta tragicità dei contenuti sui quali però prevale l'istinto di sopravvivenza e la forza della della speranza nel futuro.

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Renzo Montagnoli
Recensioni: 5/5

Non si può compendiare in 2.000 caratteri la recensione di un classico che è un capolavoro assoluto, perché si rischierebbe di dare una visione dell’opera del tutto incompleta e non significativa. É un grande atto di accusa dall’autore del famoso j’accuse del caso Dreyfus rivolto non solo a una borghesia priva di scrupoli e affamatrice, ma anche all’uomo in generale, a quel suo dualismo fra bene e male sempre presente e che lo porta, a volte pur a fronte di buoni propositi, a sovrastare i suoi simili. Altro non dico, se non che nel leggere questo romanzo si aprono ampi spazi sconosciuti nella mente e che alla fine ci si accorge quale sia il vero significato della cultura.

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outis
Recensioni: 5/5

è il primo libro di Zola che leggo e di certo non l'ultimo. Che dire? Davvero molto bello

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Émile Zola

1840, Parigi

Scrittore francese. Rimase presto orfano e trascorse l'infanzia e la giovinezza in gravi ristrettezze economiche. Prima di raggiungere il successo con i suoi romanzi, visse lavorando presso la casa editrice Hachette e facendo il giornalista, attività che non abbandonò mai del tutto. Considerato il caposcuola del naturalismo letterario, fu al centro di numerose polemiche artistiche, impegnandosi, tra l'altro, nella difesa di Manet e degli impressionisti ("I miei odii", 1866). Ma l'avvenimento più clamoroso della sua vita è legato al caso Dreyfus. Schieratosi con gli innocentisti, denunciò il complotto militarista e reazionario con la famosa lettera aperta (J'accuse) pubblicata su "L'Aurore" (1898). Condannato a un anno di carcere, per evitare la prigione,...

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