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La Gerusalemme celeste di Otranto
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2005
16 febbraio 2005
272 p., ill. , Rilegato
9788880865865

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domenico idrontino
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Con questo saggio l’autore intende colmare la lacuna negli studi riguardanti ciò che Donato Moro definì “il simbolo immane di Otranto”. Si tratta di un’indagine erudita mirata a cogliere il senso di quelle strutture che si pongono quali spazi liturgici ideati per la professione del culto tributato ai martiri otrantini del 1480. Il lavoro si presenta come un saggio storico-artistico che, partendo dal recupero dell’allestimento cinquecentesco in cattedrale del quale resta memoria nelle quattro colonne scolpite da Gabriele Riccardi e delle quali si restituiscono i significati simbolici, arriva a interpretare museologicamente la configurazione del tuttora visibile sacello barocco che risale al 1711 l’aspetto del quale, secondo le conclusioni dell’autore, è percepibile quale filiazione della pratica architettonica dell’imitatio sancti sepulcri e delle pratiche meditative degli esercizi spirituali. Il topos della ‘Gerusalemme celeste’ nel ‘500 diveniva ‘struttura portante’ del primo allestimento in virtù del confronto tipologico tra beati sub gratia e martiri della Minerva, così come il concetto di ‘Gerusalemme terrena’ sarà alla base della cappella settecensca delle reliquie nella quale, attraverso una sovrapposizione simbolica, viene espresso il confronto tipologico tra passio Christi e passio hydruntinorum.

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