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I gesuiti. Dalle origini alla soppressione. 1540-1773
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I gesuiti. Dalle origini alla soppressione. 1540-1773 - Sabina Pavone - copertina
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gesuiti. Dalle origini alla soppressione. 1540-1773

Descrizione


Esaltata e ricercata per le sue qualità religiose e intellettuali; temuta per la sua intraprendenza; accusata di tramare per la conquista del mondo, la Compagnia di Gesù è tra le espressioni più importanti di quel rinnovamento della Chiesa cattolica che nel Cinquecento seguì la crisi provocata dalla riforma protestante e che portò alla nascita di numerosi ordini religiosi. Espressione della forte personalità di Ignazio di Loyola, seppe interpretare al meglio le esigenze della società di antico regime impegnandosi nei campi più disparati, da quello educativo a quello missionario a quello spirituale, mantenendo d'altra parte uno stretto legame con il potere politico.
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Dettagli

2
2009
3 settembre 2009
Libro universitario
VIII-167 p., Brossura
9788842074205

Voce della critica

Un utile esercizio di affrancamento dai giudizi e dai pregiudizi che una lunga tradizione apologetica e un'altrettanto robusta tradizione antiapologetica hanno depositato nella memoria storica relativa ai padri della Compagnia di Gesù, l'ordine religioso di chierici regolari fondato nel 1534 da Ignazio di Loyola: è questa la lezione che si trae dalla lettura del libro, che dei gesuiti traccia un profilo che percorre tutta la loro storia in età moderna, dalla fondazione alla soppressione. Un profilo accurato, attento a rendere evidenti quegli aspetti che in genere restano fuori dai consolidati cliché.

Che i gesuiti siano stati uno degli strumenti più efficaci della Controriforma, distinguendosi per rigore dottrinale e per duttilità culturale e politica, che il loro modello educativo e missionario abbia a lungo trionfato nel mondo cattolico, che abbiano rappresentato la punta acuminata dell'intransigentismo della curia romana, che siano stati i campioni della controversistica antiprotestante e i più abili sistematizzatori e divulgatori della dogmatica tridentina, resta ampiamente confermato. Di altrettanto interesse sono i riferimenti alle tante ragioni di scontro innescate all'interno della chiesa, che videro i santi padri più volte sospettati o accusati di eresia, o più spesso in odore di dissidenza. Già il Libro de ejercicios espirituales, che Ignazio di Loyola pubblicò poco dopo il riconoscimento della regola e che costituisce ancora oggi la base della spiritualità gesuitica, proponeva un tipo di preghiera svincolato dalle tradizionali divisioni fra chierici e laici e fra spazio sacrale e spazio profano, su cui era facile far cadere un sospetto di eterodossia.

Lo stesso si può dire per la figura di Roberto Bellarmino, personaggio di importanza cruciale nel definire l'orientamento della chiesa rispetto ai grandi temi della libertà del pensiero e del diritto alla conoscenza scientifica, le cui tesi sulla potestà indiretta del pontefice sui principati civili, che pure fu il cardine teorico dello sforzo di egemonia universale del papato fra Cinque e Seicento, gli costò una temporanea condanna all'Indice. Per non parlare delle infinite discussioni che suscitò tra i cattolici il singolare esperimento sociale ed economico attuato dai missionari in Paraguay. O ancora, la lunghissima controversia sui riti cinesi, che prese di mira i gesuiti accusati di svolgere un'attività missionaria all'insegna di un'indesiderabile mescolanza tra cristianesimo e religiosità orientale sia sul piano della dot­trina sia sul piano liturgico, e che fu troncata dalla condanna pronunciata da Benedetto XIV nel 1742. In realtà, dalla disputa trapelava la straordinaria opera di conoscenza della civiltà cinese che i gesuiti avevano promosso, pur sotto la forma di una militanza missionaria, fors'anche contribuendo a costruire il mito di una diversità felice, a cui paragonare la vecchia Europa, denunciandone le arretratezze civili.

Di questi temi il libro dà sinteticamente conto, così come indaga quello che si può definire il lato oscuro che accompagna da sempre la Compagnia, fatto di sospetti, di trame, vere o presunte, ma non per questo meno credute, di congiure ai danni del trono, ma anche di disegni chiari e culturalmente forti, volti a imporre un'egemonia nella chiesa e nella società, e che restano capitoli essenziali di una storia quanto mai rivelatrice delle tendenze profonde della cultura cattolica.

                                                                                                          Dino Carpanetto

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