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La ghigliottina. Riflessioni sulla pena di morte - Albert Camus - copertina
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La ghigliottina. Riflessioni sulla pena di morte
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La ghigliottina. Riflessioni sulla pena di morte - Albert Camus - copertina
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Descrizione


È del 1766 il discorso dell'avvocato generale al Parlamento di Grenoble, Servan: «Drizzate le forche, accendete i roghi, portate il colpevole nelle pubbliche piazze, chiamatevi il popolo a gran voce: voi l'intenderete allora applaudire alla proclamazione dei vostri giudizi, come a quella della pace e della libertà: voi lo vedrete accorrere a questi terribili spettacoli come al trionfo della legge». Alla perorazione dell'avvocato, ripresa in seguito nei fatti e nel tono dal Terrore rivoluzionario, Albert Camus contrappone l'appello all'Europa: «Senza la pena di morte Gabriel Péri e Brasillach sarebbero forse ancora tra noi, e noi potremmo emettere senza vergogna un giudizio su di loro, secondo la nostra opinione, mentre invece sono essi che ora ci giudicano, e noi dobbiamo tacere». Sì, per il grande scrittore francese i condannati a morte ci giudicano, loro che già sono stati giudicati da una giustizia che si vuole definitiva e risarcitoria, senza comprendere che la simmetria degli omicidi annulla la possibilità stessa del risarcimento e della necessaria prevenzione dei delitti. La pena di morte non scoraggia gli assassini, si limita a moltiplicarli. A tal punto che «non è più la società umana e spontanea che esercita il suo diritto alla repressione, ma l'ideologia che, regnando, esige i suoi sacrifici umani». Un testo, quello di Camus, la cui attualità è vivissima, oggi che l'erogazione della morte per mano del boia è del tutto scomparsa in Europa ma rimane ancora nella piena disponibilità di Stati e comunità nei quali l'irriducibilità della vita umana sembra perdere il valore che aveva acquistato subito dopo l'immensa carneficina delle guerre mondiali.
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Dettagli

2018
25 gennaio 2018
107 p., Brossura
9788876984167

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Marco
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Pubblicato nel 1957, l’anno del conferimento ad Albert Camus del Premio Nobel per la letteratura, questo lucido librettino nasce da un ricordo di infanzia di Camus, che era rimasto per sempre impresso nella sua mente e che era divenuto d’attualità per le discussioni sulla pena di morte . (va ricordato che la ghigliottina, il cui uso di fronte alla folla aveva sconvolto il padre di Albert, ha continuato ad essere utilizzata in Francia fino al 1977, anno dell'ultima esecuzione capitale in quel Paese prima dell'abolizione totale della pena di morte nel 1981). Camus elenca una lunga ed articolata serie di argomentazioni, citazioni e testimonianze contro la pena di morte, ed in particolare contro l’uso della ghigliottina, sostenendo che : “Nell’Europa unita di domani l’abolizione solenne della pena di morte dovrebbe essere il primo articolo di quel codice europeo che tutti ci auguriamo” e concludendo con questa riflessione Non potrà esservi pace durevole nel cuore degli uomini e nei costumi della società fino a che la pena di morte non sarà messa fuori legge. Vale la pena di leggere questo libriccino, anche se non è, né vuole essere, un capolavoro letterario ( ed è per evitare che qualcuno lo ritenesse tale che gli ho dato “solo” 4 stelle).

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Albert Camus

1913, Dréan

Scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo e anarchico francese, importantissimo esponente dell'esistenzialismo. Albert Camus nacque in Algeria, dove studiò e iniziò a lavorare come attore e giornalista. Affermatosi con il romanzo "Lo straniero" e con il saggio "Il mito di Sisifo", raggiunse un vasto riconoscimento di pubblico nel 1947 con "La peste". Dal 1940 a Parigi, partecipò alla resistenza. Nel dopoguerra fu caporedattore del giornale "Combat". Nel 1957 ebbe il nobel per la letteratura (con questa motivazione: "per la sua importante produzione letteraria, che con chiarezza e onestà illuminai problemi della coscienza umana nei nostri tempi"). Morì in un incidente automobilistico, a Villeblevin. Fra i titoli più celebri di Camus...

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