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Anche se non ci fosse il sottotitolo, l’immagine di copertina parlerebbe da sola. Vi campeggia, in tutto il suo originario splendore, il Grande Albergo, con le sue strutture complementari – il ristorante e la stazione della funicolare: un gigante, appunto. Alle sue spalle, quasi ad avvolgerlo e proteggerlo, la sua montagna, il Campo dei Fiori. Il volume raccoglie le memorie, le esperienze, le emozioni di chi vi ha vissuto: proprietari, visitatori fissi e occasionali, collaboratori, persone che ne hanno fatto oggetto di studio, animate dal sogno che possa tornare a vivere. Non mi sono limitata a leggerlo, mi sono intrufolata nelle stanze, lungo i corridoi e sulle terrazze di quell’edificio che oggi possiamo guardare solo dall’esterno e da lontano; ho ammirato coppie eleganti ballare nel salone; ho spiato dame giocare a canasta, e per un momento ho quasi fatto il tifo per quel barman che guardava con particolare interesse i loro gioielli…(ma non vi dico altro, per non togliervi il piacere di scoprire la storia). E poi sono uscita ad aspettare l’arrivo della tappa del giro d’Italia e sono rimasta a lungo col fiato sospeso prima di veder decollare dalla cima della montagna l’aliante del “dentista volante”. E ho sentito l’eco delle guerre. Perché le storie quotidiane - divertenti, curiose, interessanti - si intrecciano con le tragedie della Storia, non solo quella del territorio, ma quella mondiale, che coinvolge il Grand Hotel in occasione dei due grandi conflitti del ‘900. E ho capito, quindi, che per Varese quell’edificio non è solo un superbo esempio di architettura liberty, ma è soprattutto il testimone di mezzo secolo di Storia e il custode di memorie personali e collettive che sono l’anima della città. E’ quasi un nume tutelare che dalla sua posizione, alta sulla montagna e visibile da molti punti della valle, la sorveglia e la protegge. Ecco perché perché tutti, Varesini e non, si appassioneranno - ne sono certa - alla sua storia.
“… il libro, diviso in quattro sezioni temporali, abbraccia oltre un secolo di storia, e parte dal 1984, con la vicenda umana e imprenditoriale di Carlo Ciotti… per terminare con il limbo attuale, dopo l’acquisto da parte dell’ex vice sindaco varesino Mauro Morello, della moglie Elisabetta Gabri e del gruppo Alton-Amapa di Roma… Il libro è una miniera di informazioni sulla nascita dell’albergo, sottoscritta dal notaio Guglielmo Piatti di Barasso, sugli uomini che scommisero sulla montagna come investimento turistico convinti della bontà del progetto e degli immancabili sviluppi futuri… le vicende umane dei Moneta… la Varese-Campo dei Fiori automobilistica, il Carletto Soldati uomo tuttofare, lo spazzaneve arrivato da Velate di notte tirato da una coppia di buoi… Un mondo altro che ritroviamo con un sorriso, ma anche con molta nostalgia”. Estratto dell'articolo tratto da ‘La Prealpina’ del 7 agosto 2019, a cura di Mario Chiodetti.
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