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Recensioni Un gigolo in doppiopetto

Un gigolo in doppiopetto di Manuela Mazzi
Recensioni: 5/5
Nel 2003, in un articolo comparso sul quotidiano "Il Giornale", un giovane ex gigolo ticinese si racconta: la sua ambizione a far parte della società "che conta", l'ingaggio da parte di un'agenzia di accompagnatori per signore della società bene lombarda, comasca e ticinese in cerca di discrete distrazioni a pagamento, il sesso facile, la prostituzione, la droga. Due anni di degrado di sé. Una storia vera, un viaggio nel miraggio di valori distorti, soldi facili e "bella vita", in nome dei quali è sin troppo facile incominciare a vendersi, complice un'altrettanto triste "richiesta di mercato", ma non è altrettanto scontata la facilità ad uscirne. Anche per questo Max ha deciso di raccontare la sua storia alla stampa. Manuela Mazzi, che ha raccolto la confessione-denuncia di Max e firmato l'articolo sul "Giornale" ha deciso di farne questo reportage narrativo, per denunciare una realtà torbida, quella della prostituzione d'alto bordo, protetta da un muro di omertà che salvaguarda un giro d'affari imponente. I contenuti sono a tratti espliciti, così come Max, io narrante del romanzo, ripercorrendo la sua storia anche nei tratti più scabrosi, li ha vissuti e raccontati. )
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