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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
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Dopo aver letto "Il condominio", sempre di Ballard, avevo alte aspettative anche su questo. Tuttavia, per quanto lo stile di scrittura sia scorrevole e per quanto l'autore possa scrivere davvero bene, non l'ho apprezzato molto. La vicenda ruota attorno alla ricerca del colpevole di un delitto e, dopo qualche pagina, si può benissimo immaginare chi sia stato. Ho trovato quindi abbastanza inverosimile che l'investigatore impieghi così tanto tempo per trarre le conclusioni. Un altro aspetto positivo per chi magari non ha tempo, oltre lo stile, è la lunghezza (circa un centinaio di pagine).
L’autore con magistrale abilità ci mostra i lati più disturbati, abbietti e inquietanti dell’umana natura, che portata all’estremo permette di svelare alla luce del sole quanto in realtà non siamo altro che animali selvaggi con un forte istinto di autoconservazione. La verità è davanti ai nostri occhi anche se ci rifiutiamo di riconoscerla. La follia porta avanti la narrazione senza che alcun dubbio della logica possa ostacolarla. La scrittura è fluente e piacevole. Il libro è punto di ispirazione per molte riflessioni.
"Un gioco da bambini" è il secondo romanzo, dopo "L'isola di cemento", che consiglio, qui su Instagram, dello scrittore inglese J.G. Ballard. Ottimo miscuglio tra un giallo deduttivo e una satira sociale, si tratta di un libro brevissimo (neanche 100 pagine), di grande agevole lettura. In sintesi, la trama è la seguente. A Pangbourne, pochi chilometri fuori Londra, nel moderno e esclusivo complesso residenziale "Pangbourne Village", la vita si svolge in modo del tutto idilliaco: niente turba la tranquillità degli abitanti del luogo: le famiglie hanno comportamenti irreprensibili e i figli sono curati in modo attento e solerte. Nell'agosto del 1988, però, affatto inaspettatamente, si verifica un massacro: trentadue adulti vengono trovati morti. Nonostante i dispositivi di sicurezza, sono stati tutti barbaramente uccisi. Nel contempo, i loro tredici figli adolescenti sono scomparsi. Il delitto pare perfetto come il luogo in cui si è consumato. Tutto si è concluso in pochissimi minuti. Nessuno sa come sia stato possibile, né riesce a immaginarne il motivo. Per risolvere lo sconcertante caso, la polizia chiede l'ausilio di un consulente psichiatrico, il dottor Richard Greville. Le sue indagini sveleranno uno scenario inquietante a cui nessuno vuol credere, giacché sotto l'apparente perfezione pare nascondersi una realtà ben diversa. Anche in questo libro ritroviamo il tema dell'alienazione e della follia viste come uniche vie di scampo in una società in cui tutto è predefinito e organizzato, società incapace di leggere l'evidente significato celato dietro inequivocabili eventi e le implicazioni di comportamenti patologicamente iperprotettivi. Per il tramite di questa opera, Ballard sembra appunto volerci sussurrare che in una società totalmente sana, in un contesto di ricchezza e abbondanza, dove tutto è predefinito e organizzato per ottenere il massimo della felicità, l'unica via di scampo sia proprio la follia... Un buon libro, non un capolavoro, però!
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