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Recensioni Giona. Quando i profughi eravamo noi

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Una strana foto, sgualcita, sgranata, nebbiosa. E un trafiletto su un vecchio giornale. Due pezzi di carta stropicciata, roba vecchia, scovata nel fondo di un cassetto tutto scheggiato. È l'inizio di un lungo viaggio nella storia di una famiglia in fuga, che ha patito la fame e il freddo, e che ha guardato la morte in faccia più volte. La storia di due adulti, una ragazzina e tre bambini che sono stati maltrattati, rinchiusi, umiliati, che si sono persi per poi ritrovarsi. Eppure non erano somali, siriani o afghani, e nemmeno curdi. Venivano tutti da un paesino arroccato sui monti Aurunci, a neanche 150 chilometri da Roma. Per settant'anni questi fatti sono rimasti sepolti sotto due dita di polvere, annacquati nel chiacchiericcio quotidiano. Poi sono stati tirati fuori, e per farlo si è dovuto scavare a fondo. Quando si scava, però, di solito ci si sporca le mani e c'è sempre il rischio di graffiarsi. E di scontrarsi con , un presente che non è molto diverta so dal nostro passato. Perché la Storia (quella con la S maiuscola) si ripete sempre due volte. La prima come tragedia, la seconda pure. )
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