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A cura di Adriana Mauriello. Roma, Ed.Salerno 1988, 2 voll. cm.16x24, pp.XLVI,950, legature editoriali in tutta tela, sopracoperte. Coll.I Novellieri Italiani,28/1.
scheda di Bardi, M., L'Indice 1989, n. 2
Non è facile collocare la controversa e discussa figura di Pietro Fortini (nato intorno al 1500 e morto nel 1562) nella vasta dialettica letteraria della Siena cinquecentesca. La biografia dello scrittore è lacunosa e l'opera, che si inserisce nel solco tracciato da Boccaccio e Sabadino degli Arienti, si articola in modo complesso rivelando un'innegabile originalità. Viene ora pubblicata la prima edizione attendibile del novelliere, dopo quella uscita per la "Bibliotechina grassoccia" del "Giornale di erudizione" nel 1888-1905. Si tratta della prima parte dell'opera di Fortini ("Le giornate"), in cui, sulla falsariga del "Decameron*, cinque donne e due uomini si incontrano in un giardino e passano il tempo raccontando novelle e componendo versi di matrice petrarchesca. Ci auguriamo che esca presto anche la seconda parte dell'opera ("Le notti"), in cui la fisionomia dell'opera si trasforma tramite l'inserimento di rime, commedie e farse, dispute scherzose e giochi di società. I temi delle vicende narrate non sono certamente inediti (la satira contro il villano, la polemica contro il clero, i fiorentini e gli spagnoli) ma la volontà di sperimentare vecchi clichés raggiunge talvolta effetti di notevole comicità. L'adulterio, che è spesso al centro delle novelle, è reso possibile da scambi, ingenuità ed equivoci; erotismo e oscenità costituiscono la cifra caratteristica della narrazione di Fortini, alla ricerca continua di quei fatti di cronaca strani, abnormi e macabri in grado di variare il repertorio del genere letterario.
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