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Anno edizione: 2022
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Lo straordinario nuovo romanzo del vincitore del Booker Prize 2020.
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Il giovane Mungo (Mondadori, 2022) è il secondo romanzo dell’autore scozzese Douglas Stuart, che regala al lettore un romanzo di formazione, che nella prima metà ci mette abbastanza a carburare, ma dopo il ritmo narrativo aumenta. Gioiello grezzo nato in una famiglia problematica, da Maureen, chiamata poi Ma-Mo, alcolizzata, e dal teppista Hammish e la più responsabile Jodie. Padre morto già dalle tenera età che gli lascia in eredità il nome, Mungo, nome del patrono di Scozia. Il libro narra dell’amore clandestino e non accettato socialmente tra Mungo appunto, protestante, e James, cattolico. Fa da sfondo a tutta la vicenda una Scozia suburbana e povera, e il mito dell’uomo che deve essere uomo immerso in una società iper-mascolinizzata, che non accetta altre coordinate amorose rispetto alla configurazione tradizionale uomo-donna. «Senti figliolo, alla mia età l’amore non è altro che una seccatura. Quello che vuoi è una compagnia tranquilla il martedì sera, un po’ di aiuto nelle faccende di casa e, se sei fortunato, una trombatina finché tutti e due ce la fate ancora a state distesi sul fianco mentre ci date dentro. […] Vuoi una vita facile. Nell’amore non c’è niente di facile».
Romanzo che come il precedente "Storia di Shuggie Bain", ambienta la storia in un contesto di degrado e povertà tipico della zona post industriale della città di Glasgow. Più violento e crudo del precedente si fa leggere e ti colpisce al cuore.
Brutale, bellissimo, molto (troppo?) simile al pluripremiato Shuggie Bain, ma forse leggermente meno profondo. Si legge che è una merivigila, impossibile fermarsi. Letto in lingua originale, che presenta difficoltà di grande rilievo. In primis, per l'uso del dialetto e dello slang di Glasgow, quantomeno fastidioso.
Recensioni
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