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Per un giapponese potrà essere un bellissimo film, ma per la sensibilità di un occidentale, è molto difficile seguirne la trama e capire l'evoluzione delle scene. Un misto di magia e di buddismo, il tutto condito con duelli di spade in cui si fa fatica a distinguere il realistico dalla mera finzione. Un film alla 'Bruce Lee', ma con una trama in fondo semplice ed un untuoso senso di magia che pervade l'evolversi della storia, dall'inizio alla fine. I registi giapponesi hanno prodotto cose nettamente migliori.
Capolavoro assoluto, forse il più bel film giapponese mai visto. Bellissima fotografia, ricco di simboli e metafore delicate, crude, delicate e poetiche ma oscure e grondanti sangue. Il Giappone medieovale è forse più oscuro e tenebroso di quello europeo secondo Sogo Ishii. Effetti speciali a fatica riconoscibili, tranne forse che nella scena finale: tracciata alla perfezione la traccia di fedeltà buddhista tipica degli anni infantili del Giappone, prima dell'avvento delle correnti religiosi e devozionali shintoiste. Personalmente credo che il Giappone sia culturalmenete, a livello letterario e artisticamente il più grande paese dell'Asia.
Non sarei cosi' drastico. E' il classico cappa e spada nipponico, con i soliti temi: tradimenti, morti da vendicare, monaci guerrieri e una spruzzata di magia, le solite orge di sangue. Il tutto in una storia triste che si sublima nel duello finale. Si apprezza se siete appassionati del genere. Se vi piace Benigni, cambiate cinema.
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