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Verona è oggi l’immagine di un possibile futuro per l’Italia e per l’Europa, e questo libro è un invito a non distogliere lo sguardo.
«Con una vasta collezione di episodi fascisti ai nostri giorni, specialmente a Verona e dintorni, Berizzi ci rivela o ci ricorda che il fascismo è tragico, persino quando si tiene in disparte e in attesa.» – Furio Colombo, il Fatto Quotidiano
Nel cuore del ricco Nordest, Verona è il laboratorio italiano dell’estrema destra di potere. Qui ex skinhead e animatori di festival nazirock, capi ultrà che allo stadio inneggiano a Hitler ed esaltano “una squadra a forma di svastica”, tradizionalisti cattolici nemici giurati dell’illuminismo, dello Stato unitario e del “dilagante progressismo ecclesiale”, avvocati dal saluto romano fin troppo facile, promotori di cene e gite in cui “è gradita la camicia nera” entrano in consiglio comunale nella lista del sindaco, organizzano manifestazioni finanziate dal Comune, diventano presidenti di società partecipate o della commissione sicurezza, finiscono a capo dell’Istituto per la storia della Resistenza... In questo libro, Paolo Berizzi racconta le vicende e le contraddizioni di una città unica. Riavvolge il filo che risale non solo ai tempi della repubblica di Salò, di cui Verona fu una delle capitali, ma addirittura agli albori del movimento fascista, visto che quello di Verona fu, nel 1919, il “fascio terzogenito”, nato appena due giorni dopo la fondazione dei Fasci di combattimento in piazza San Sepolcro a Milano. Mostra il fertile terreno di coltura che ha alimentato l’eversione nera, da Ordine Nuovo alla Rosa dei venti al Fronte Nazionale di Franco Freda, o i deliri dei due serial killer che, firmandosi Ludwig, intendevano ripulire il mondo dalla “feccia morale e sociale”, sterminando prostitute, omosessuali, senzatetto, tossicodipendenti, presunti viziosi, preti scomodi. Fotografa un presente in cui la destra radicale monopolizza il tifo calcistico, le proteste ai tempi della pandemia, eventi come il Congresso mondiale delle famiglie.
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Ricostruzione puntuale della cronaca passata e recente di Verona in relazione alla presenza delle nuove organizzazioni di estrema destra. Nomi e cognomi, vicende più o meno note che spiegano la politica di oggi con la propaganda di ieri. Indifferenza è conformismo, cinismo e superficialità della maggioranza della pubblica opinione sono tra le cause che spiegano la diffusione di idee politiche che si credevano definitivamente cancellate dalla storia.
Molti di noi vagano per Verona pensando a Romeo e Giulietta e l'Arena, ma per fortuna o purtroppo c'è molto di più tra le mura della città scaligera. Un interessante analisi di ciò che tiene in piedi la Verona nera che vive e scalpita e guarda al mondo con rabbia. Scrittura gradevole e scorrevole e senza fronzoli. Mi è piaciuto molto.
Verona ancora al centro della trama nazi-fascista che sta dilagando non solo in Italia. Qui da tempo sono stati sdoganati personaggi di uno squallore impressionante, che hanno in comune la violemza, l'odio, l'appartenenza aila frangia più violenta del tifo. Qui gli ultimi due sindaci (anche se Tosi si è un po' allontanato) non hanno problemi ad aver rapporti con Forza Nuova, CasaPound, Fortezza Europa, Chritus Rex e via cantando: tutte frange dell'internazionale nera. E' triste vedere la nostra città in mano a questa gentaglia che ha occupato anche tutti i posti disponibili nel sottobosco politico della partecipate del Comune, inserendo propri uomini ai vertici. Con la connivenza se non peggio dell'attuale sindaco.
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