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Anno edizione: 2014
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Sono 277 le persone, italiane e straniere, transitate nella caserma di Bolzaneto, quartiere di Genova, nei giorni delle manifestazioni contro il G8, luglio 2001. Semplici passanti, manifestanti presunti colpevoli di violenze e soprattutto occupanti della scuola Diaz, sgomberata con inaudita e ingiustificata ferocia da centinaia di agenti. Ed è proprio a Bolzaneto, luogo divenuto simbolo di un universo concentrazionario, nelle mani di quelli che avrebbero dovuto essere funzionari dello Stato - poliziotti, carabinieri, Digos, penitenziaria ma anche "medici" (le virgolette sono orrendamente dovute) - che, per un tempo variabile fra le 24 e le 72 ore, vengono trattenuti, occultati, picchiati, feriti, offesi, abusati nella psiche e violati nella dignità: in una parola torturati, se tortura esistesse nel codice penale italiano. Nel silenzio rotto solo dalle urla, nella paura spezzata solo da chi poi ha avuto il coraggio di raccontare la violenza subita, nell'omertà granitica di un osceno cameratismo e spirito di corpo. Desaparecidos, per ore e giorni. Risultato: solo 7 (sette) condanne penali contro gli "uomini dello Stato"; tutto il resto, per tutti gli altri, inesistente, non documentabile, prescritto. Roberto Settembre ha redatto la sentenza della Corte d'appello e ci accompagna (senza particolare cura della forma e dello stile, ma con angoscia e partecipazione) in quella che è letteralmente una galleria degli orrori, perché nasce dai volti sfigurati e sbigottiti degli arrestati al momento della fotosegnalazione. E con questa opera di grande valore testimoniale rende vivida, più di qualunque film, quella che è stata una incredibile sospensione della democrazia in un paese nominalmente democratico. Si stenterebbe a credere che sia successo tutto questo. Aldrovandi, Cucchi, Sandri, Uva, Magherini e chissà quanti altri ci ricordano invece che è accaduto davvero, che può accadere ancora.
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