L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Fra gli innumerevoli libri dedicati all'opera di Dario Fo dopo il Nobel, questo saggio di Alessandra Pozzi è indubbiamente il più originale, e non a caso si situa in modo marginale nella pubblicistica teatrale. Il grammelot ideato da Dario Fo viene infatti analizzato secondo rigorosi modelli linguistici e semiologici, che consentono di collocare questa lingua inventata nel solco dei linguaggi confusi, ideati prevalentemente con la funzione di trasgredire alle regole della lingua. Trasgressione che, quando è volontaria, ottiene un evidente effetto comico, complice l'interazione con l'ascoltatore-spettatore chiamato in causa per decrittare quella che Barthes definiva "la musica del senso" ma anche per cogliere al volo i riferimenti socio-culturali che spesso sono, nell'uso teatrale di una lingua inventata, il bersaglio. Pur offrendo un'ampia cornice all'analisi del grammelot, che inizia dalla rassegna degli antecendenti storici e teatrali dei linguaggi confusi per arrivare alle sue manifestazioni patologiche, a quelle mistiche e infine al balbettio dell'espressione prelinguistica infantile, in termini più strettamente teatrali il libro di Alessandra Pozzi ha il pregio di fare piazza pulita dell'uso improprio - anzi, più che improprio confuso - che si fa del termine "grammelot". Il grammelot, infatti, per definizione dello stesso Fo, è un linguaggio non articolato in parole, non convenzionale, che si avvale anche di un sistema mimico e gestuale parallelo a quello sonoro per favorirne l'interpretazione. Non deve perciò essere confuso con la miscellanea di dialetti - ben presente anche nel teatro di Fo come miscuglio di lombardo, veneto, piemontese - con cui talvolta è stato identificato; i dialetti e i gerghi, semmai, vanno considerati una fra le tante lingue di riferimento su cui il grammelot si innesta, e che possono variare dando vita a innumerevoli forme differenti di grammelot. Che è, in sostanza, una vera forma creativa, ricca di codici e livelli di senso ai quali lo spettatore deve fare continuamente appello e che suscitano, quando vanno a segno, una comicità densa di significati. (A.V.)
scheda di Vindrola, A. L'Indice del 1999, n. 07
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore