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La guerra dei cento giorni. Rivoluzione culturale e studenti in Cina - William Hinton - copertina
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Descrizione


L’università Tsinghua di Pechino è il piu famoso istituto politecnico della Cina. Durante la Rivoluzione culturale, essa divenne il centro della piu importante lotta per il controllo del movimento nazionale degli studenti. Liu Shao-ch’i cercò di mettere in pratica in quella università una serie di indirizzi politici che riflettevano la sua strategia generale, mandando fra l’altro sua moglie a Tsinghua a dirigervi la lotta. Lo scontro fra le fazioni studentesche, che era cominciato con bastoni e pietre, passò presto alle mitragliatrici, ai cannoni e ai razzi, e finí nel luglio del 1968 col massiccio intervento di 30 000 operai delle fabbriche piú avanzate e politicamente attive di Pechino. William Hinton ha compiuto il primo tentativo organico di ricostruire nella sua complessità questo cruciale episodio. Ha parlato con studenti, professori e assistenti dell’Università che avevano vissuto quell’esperienza dal principio alla fine, in tutte le sue svolte e i suoi sviluppi; ha ascoltato anche i membri della Squadra di propaganda degli operai e dei contadini, come venivano chiamati i lavoratori provenienti dalle fabbriche. Dalle centinaia di pagine di ricco materiale raccolto, Hinton ha tratto questo avvincente racconto cercando di descrivere quello che effettivamente successe. Il libro ricostruisce la lotta fin dal periodo precedente la Rivoluzione culturale, quando le scelte culturali e la struttura didattica imposte dall’Università ricalcavano i modelli di istruzione superiore dei paesi capitalistici occidentali, seguendo in questo l’esempio sovietico. Gli studenti e i giovani docenti lanciarono un’offensiva contro i dirigenti conservatori dell’Università nel 1966: contro di loro, la squadra di lavoro mandata da Liu Shao-ch’i per stroncare la ribellione scatenò i «cinquanta giorni di terrore bianco». Le due fazioni dei «conservatori» e dei «ribelli» si affrontarono in una lotta nazionale per il controllo del movimento studentesco in Cina, cercando di ottenere un’influenza decisiva nei comitati rivoluzionari che rominciavano a diventare la nuova forma del potere della Rivoluzione culturale. La lotta fu ulteriormente complicata dall’emergere di gruppi di ribelli su posizioni di estrema sinistra, che erano in conflitto con le scelte diMao Tse-tung e con i suoi sforzi di indurre i ribelli ad allearsi con alcuni dei precedenti oppositori che avevano cambiato posizione nel corso del conflitto. In questa vicenda, quindi, tutti i complessi e multiformi aspetti del movimento delle Guardie rosse, le sue varie «linee», correnti e tendenze vengono esemplificati e chiarificati.

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Dettagli

1975
1 gennaio 1997
259 p.
9788806418069

La recensione di IBS

L'università Tsinghua di Pechino è il piu famoso istituto politecnico della Cina. Durante la Rivoluzione culturale, essa divenne il centro della piu importante lotta per il controllo del movimento nazionale degli studenti. Liu Shao-ch'i cercò di mettere in pratica in quella università una serie di indirizzi politici che riflettevano la sua strategia generale, mandando fra l'altro sua moglie a Tsinghua a dirigervi la lotta.Lo scontro fra le fazioni studentesche, che era cominciato con bastoni e pietre, passò presto alle mitragliatrici, ai cannoni e ai razzi, e finí nel luglio del 1968 col massiccio intervento di 30 000 operai delle fabbriche piú avanzate e politicamente attive di Pechino.William Hinton ha compiuto il primo tentativo organico di ricostruire nella sua complessità questo cruciale episodio. Ha parlato con studenti, professori e assistenti dell'Università che avevano vissuto quell'esperienza dal principio alla fine, in tutte le sue svolte e i suoi sviluppi; ha ascoltato anche i membri della Squadra di propaganda degli operai e dei contadini, come venivano chiamati i lavoratori provenienti dalle fabbriche. Dalle centinaia di pagine di ricco materiale raccolto, Hinton ha tratto questo avvincente racconto cercando di descrivere quello che effettivamente successe.Il libro ricostruisce la lotta fin dal periodo precedente la Rivoluzione culturale, quando le scelte culturali e la struttura didattica imposte dall'Università ricalcavano i modelli di istruzione superiore dei paesi capitalistici occidentali, seguendo in questo l'esempio sovietico. Gli studenti e i giovani docenti lanciarono un'offensiva contro i dirigenti conservatori dell'Università nel 1966: contro di loro, la squadra di lavoro mandata da Liu Shao-ch'i per stroncare la ribellione scatenò i «cinquanta giorni di terrore bianco». Le due fazioni dei «conservatori» e dei «ribelli» si affrontarono in una lotta nazionale per il controllo del movimento studentesco in Cina, cercando di ottenere un'influenza decisiva nei comitati rivoluzionari che rominciavano a diventare la nuova forma del potere della Rivoluzione culturale.La lotta fu ulteriormente complicata dall'emergere di gruppi di ribelli su posizioni di estrema sinistra, che erano in conflitto con le scelte diMao Tse-tung e con i suoi sforzi di indurre i ribelli ad allearsi con alcuni dei precedenti oppositori che avevano cambiato posizione nel corso del conflitto. In questa vicenda, quindi, tutti i complessi e multiformi aspetti del movimento delle Guardie rosse, le sue varie «linee», correnti e tendenze vengono esemplificati e chiarificati.

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