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Leggendo le pagine 31 e 32 de "Le guerre senza nome" si inizia a comprendere come nasce nella storia la tirannia, argomento che trova maggiore spazio più avanti nel libro. Non c'è mai un giudizio morale nella sintesi di Ferruggia e questo come già detto, ne impreziosisce ulteriormente l'opera: il lettore è libero di riflettere. A pagina 27 si legge di come i Greci dopo la conquista Dorica avessero perso l'uso della scrittura e di come le ventidue lettere dell'alfabeto fenicio si prestassero bene alle esigenze degli Elleni che le scopiazzandole e inserendovi le vocali poterono ritornare a scrivere. Anche questo approfondimento di Ferruggia apre le porte a riflessioni su come il progresso di un popolo possa provenire dalla contaminazione, dall'appropriazione e dal perfezionamento di conoscenze appartenenti ad un altro popolo contemporaneamente odiato, temuto, emulato, e migliorato nelle conoscenze e nelle tecniche (militari, mercantili, linguistiche, ornamentali, architettoniche...). Il confronto su come e cosa sanno fare gli altri pare il motore della competitività e del progresso ad ogni tempo! Concludo queste considerazioni con un ringraziamento a Ferruggia per il suo minuzioso lavoro e soprattutto per gli spunti di natura sociologica e antropologica che fornisce al lettore della sua opera. Ne cito un passaggio esauriente: "Col tempo la competizione [...] accese l'avversione degli Elleni verso il popolo che anticamente avevano stimato. Così andava il mondo e così va ancora adesso. [...] con [...] una visione più chiara di quelli che sono i caratteri distintivi della cultura greca e fenicia [...] possiamo intravedere la radice atavica dei loro comportamenti ed intuirne il sentire profondo."
Ottimo libro, l'ho letto in pochissimi giorni. L'autore descrive egregiamente ed in modo chiaro e scorrevole l'avvicendarsi di guerre importantissime che di fatto non hanno mai portato ad un vincitore definitivo. Questo rende molto facile cadere nella trappola del libro "mattone". Invece Ferruggia, ha la capacità di inframmezzare le vicende con argomenti interessanti che permettono di divagare da un semplice e noiso susseguirsi di date ed episodi. Descrive minuziosamente gli assedi alle città con tanto di mappe, e le tattihce , a volte curiose, adottate da grandi personaggi, quali Agatocle, Timoleonte e Dionisio I. Sarebbe un vero peccato non conoscere le imprese dei Siracusani all'epoca degli antichi greci. Lo consiglio vivamnete.
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