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Attingendo idee da un racconto di Sol Yurick, il buon Walter Hill confeziona, con non poche difficoltà (scritturazione di piccoli criminali come comparse e varie interruzioni di riprese a causa dell’invadenza di vere gangs) e avvalendosi di attori semisconosciuti, un bel film d’azione che ha acquisito con il tempo lo stesso valore qualitativo dei distillati di pregio. Girata quasi completamente in notturna tra eccellenti scorci scenografici, la pellicola scorre, anzi corre mantenendo una piacevole pulsazione ritmica sotto il profilo del cardiopalmo. Pur essendo stato girato nel lontano 1979 trovo tuttora molto forti le scene degli scontri fisici, sia per la purezza molto vicina al reale della violenza esibita che per quel filo di ansia che a volte rasenta l’inverosimile senza però sfociare nel ridicolo e surreale “americanaggio granduignolesco” che tracima nei film di genere odierni. Due le sequenze memorabili: l’inseguimento e lo scontro nel parco con i battitori al maquillage dei “Baseball Furies” e il sinistro invito con tintinnio di bottigliette all’ombra della ruota panoramica. Nella prima il valore aggiunto lo pone un commento musicale incalzante composto da Barry De Vorzon, mentre l’ultima è impreziosita dal ridondante, spiritato, stridente ed acuto in coda richiamo di guerra di Luther (David Patrick Kelly): “Guerrieeeriii? Giochiamo a fare la guerraaaaa?” Ottima la colonna sonora che offre, oltre al difficilmente dimenticabile tema, pertinenti brani di rock ‘n roll che senza il film sarebbero altrimenti andati dimenticati. Il brano di chiusura è forse il più celebre, “In the city” composto dall’aquila Joe Walsh.
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