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Haiku - Gabriele D'Annunzio - copertina
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Haiku - Gabriele D'Annunzio - copertina
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Descrizione


Piccole poesie orientali scritte inconsapevolmente da Gabriele D'Annunzio. Anche quando scriveva in prosa D'Annunzio restava un poeta, un grande poeta. Nel senso che scriveva benissimo in versi, ma anche nel senso più generale che era al centro dell'universo e s'incantava guardandolo. Niente sfuggiva al suo occhio o al suo orecchio. Simile a un suo contemporaneo altrettanto grande, Marcel Proust, è capace di restituirci l'incanto dell'attimo, dell'emozione che brilla e fugge via. Simile anche, in questo, ai poeti giapponesi dell'haiku. Questi haiku nascosti sono costruiti con le stesse identiche parole di D'Annunzio. Sempre, tranne qualche rara eccezione, è stato mantenuto anche l'ordine, la successione delle parole, che si sono docilmente adagiate nella delicata forma orientale.
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Dettagli

2022
1 gennaio 2022
116 p., Brossura
9788898480289

Conosci l'autore

Gabriele D'Annunzio

1863, Pescara

Debuttò giovanissimo con la raccolta di versi Primo vere (1879), cui seguì nel 1882 Canto novo, nel quale è evidente l’imitazione di Carducci temperata da una già personale vena sensuale e naturalistica. A Roma, dove iniziò (ma non concluse) gli studi alla facoltà di lettere, D’Annunzio visse all’insegna della mondanità e dell’estetismo, sempre alla ricerca di nuove sensazioni in nome di un compiaciuto erotismo al quale sarebbe rimasto fedele sino alla fine con ossessive varianti. Dal decadentismo europeo assimilava, intanto, ideali di sensibilità e di raffinatezza e il gusto del tecnicismo formale: nacquero così, accanto ad alcune raccolte di versi, romanzi come Il piacere (1889), Giovanni Episcopo (1891)...

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