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Anno edizione: 2016
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Da una studiosa di Heidegger come Donatella Di Cesare ci si sarebbe aspettati una ricerca attenta a collocare le annotazioni degli "Schwarze Hefte" (Quaderni neri) nel loro esatto contesto storico, biografico e - soprattutto - teoretico. Invece in questo libro è spesso difficile riconoscere che cosa sia riconducibile alle "riflessioni" (questo sarebbe il titolo assegnato dall'autore a quei quaderni di appunti) di Heidegger e che cosa invece appartenga al discorso personale dell'autrice. Le abbondanti note sistemate dall'editore in fondo al libro aiutano con fatica a riconoscere quali citazioni siano heideggeriane e quali invece di altri. In definitiva si legge il punto di vista esplicitamente di fede ebraica dell'autrice, esposto con l'afflato che nasce dalla sua personale delusione. Attendiamo però da lei - che ne avrebbe la competenza - una guida alla lettura dei quei testi, che restituisca ad essi la voce, che li renda davvero comprensibili al di qua dei giudizi sommari o meditati che si vorranno dare.
Uno studio molto interessante, soprattutto nella ricostruzione rigorosa sul piano storico-filologico dell'antisemitismo nella filosofia tedesca. Quanto a Heidegger, la polemica destata dai "Quaderni neri" non aggiunge nulla al nocciolo del giudizio che il sano intelletto comune deve trarre con evidenza elementare, ovvia circa la biografia politica dell'autore di "Essere e tempo": è stato nazista dal 1933 al 1945 e non ha mai condannato lo sterminio (si veda, ad esemplificazione del suo atteggiamento mistificante, la lettera di risposta all'ex allievo Marcuse del 1947 citata nel libro). Cosa c'è da dire di più? Non basta forse questo a farsi un'idea chiara e perspicua sull'uomo Heidegger? Per il resto, nessuno si sognerà mai di toglier via "Essere e tempo" dal novero dei classici imprescindibili. Ma rimane quell'adesione a Hitler: fonte di altrettanta imperitura vergogna.
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