Nella sua forma più tradizionale il piano trio ha spesso rappresentato nella storia del jazz l’occasione per un leader, accompagnato da un’abile sessione ritmica, di metter in luce il proprio talento ed il proprio estro individuale. Nel trio di Jobic Le Masson invece, sebbene i riferimenti alla tradizione siano chiari e riconoscibili, il contrabbassista Peter Giron ed il batterista John Betsch non hanno affatto ruolo secondario. Il pianista di origine francese Jobic Le Masson ha infatti creato con Giron e Betsch un’intesa tale da permettere ai tre musicisti di esprimersi al meglio nella propria individualità e, al tempo stesso, di dialogare tra loro in un continuo ed equilibrato gioco di richiami. Un’intesa ed un equilibrio messe in luce in “Hill”, suo ultimo album edito dall’etichetta Enja Records. A parte “Bemsha Swing” tutte le composizioni portano la firma di Jobic ed in tutte è evidente come nel processo creativo siano presenti influenze e riflessi del passato. Ma questi riferimenti alla tradizione vengono interpretati dal trio di Jobic non come mero citazionismo, ma come solida base da cui sviluppare il proprio percorso di ricerca musicale.)
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