The hive

Secondo capitolo della trilogia fatta di trip lisergici/adolescenziali di Charles Burns. Proprio per questo viaggio allucinante, il primo volume ( X'ed Out) l'avevo mal giudicato. In questo secondo capitolo, però, ho messo a fuoco molti aspetti lasciati in sospeso nel primo. A rendere la lettura coinvolgente è stato un fattore "esterno": il pub irlandese di un mio caro amico e una buona birra acida, mentre di sottofondo passava una playlist che si fondeva con i tratti creepy ormai noti di Burns. (Giusto per ricordarlo, è l'autore della copertina dell'album " Sub Pop 200 "). La trama s'infittisce con il percorso nei ricordi di Doug (il protagonista): Un flusso di coscienza fatto d'immagini e simboli ricorrenti. Il tutto ambientato in questo incubo da cui è impossibile svegliarsi. Stessa sensazione provata quando sogni di non riuscire a svegliarti o alzarti dal letto e vivi quel senso iniziale d'inquietudine e disagio. Eppure si contraddistingue per una narrazione molto fluida. Una saga che a mio dire va via via in crescendo, aspettando con impazienza di leggere il capitolo conclusivo: "Sugar Skull". Magari (ri)vivendo questo trip dall'inizio e dare un giudizio complessivo.