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Recensioni Ho creduto nei Khmer rossi. Ripensamento di un'illusione

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Aprile 1975: i khmer rossi prendono il potere a Phnom Penh. Ong Thong Hoeung, studente cambogiano trasferitosi in Francia, è uno di quegli intellettuali che salutano con entusiasmo la rivoluzione e che fanno ritorno nel paese di origine con la volontà di riportarlo alla pace e alla prosperità. Un viaggio nato dalla speranza nella ricostruzione, che si trasforma ben presto in un incubo: molti di coloro che si uniscono ai khmer rossi sono uccisi; l'autore e la moglie, internati, riescono a sopravvivere quattro anni alle terrificanti condizioni dei campi di prigionia. In uno di questi, nasce la loro prima figlia. Hoeung restituisce oggi a un Occidente colpevole di un incomprensibile silenzio una lucida testimonianza su che cosa ha significato per l'Indocina credere nell'illusione di una rinascita, trasformatasi poi in tragedia. Un documento di valore storico, un atto d'accusa contro la follia ideologica di chi intendeva rendere tutti uguali attraverso la cancellazione fisica dei diversi. «Queste pagine», scrive Renzo Foa nella presentazione dell'edizione italiana, «[...]si aggiungono ai classici sull'illusione nell'utopia e sulla disillusione che ci ha lasciato il Novecento. Penso, per citare solo i più importanti, a Victor Kravchenko, ad Arthur Koestler, a Margarete Buber-Neumann e a Ignazio Silone.»)
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