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Hotel Iris è un romanzo in cui il lettore viene oppresso da un'atmosfera morbosa e ossessiva. La protagonista sembra essere il nucleo delle ossessioni delle persone che le gravitano intorno. I suoi capelli sono l'ossessione di sua madre, la quale si prodiga ogni giorno, affinché appaiano sempre al meglio, e non manca mai di trattarli con olio di camelia, come in una sorta di rito devoto. La donna delle pulizie è ossessionata dalle sue cose, che ruba sistematicamente e nei suoi confronti ha un'atteggiamento appiccicoso, come se intimamente ne fosse morbosamente attratta. Infine c'è il traduttore, un uomo di 60 anni, che diventa l'ossessione della ragazza, anche se potrebbe sembrare il contrario. L'uomo la umilia, la inizia a pratiche violente, nel loro mondo tutto è lecito, e Mari ne è compiaciuta, brava quel tipo di violenza, di sopruso, il suo corpo brama quell'umiliazione. Il loro rapporto malato scandito da un'atmosfera di profonda solitudine, viene spazzato via di colpo, in un finale che definirei grottesco e ambiguo. La scrittura è molto asciutta e lineare. Un romanzo particolare, che delinea lo stile di un'autrice che riesce davvero ad affascinarti con la sue storie. Di sicuro non un romanzetto pseudo erotico, ma una storia che indaga in modo diretto e schietto nell'animo umano.
Un romanzo di non formazione, ma non così banale. Piuttosto inquietante e nella sua scrittura fredda e diretta, i pensieri di una ragazza che, pur sapendo di andare incontro a una persona pericolosa, non riesce ad evitarlo, quasi fosse un passaggio obbligato.
veramente noioso, con un finale banalissimo. sconsigliato.
Recensioni
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