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Rettifica della precedente recensione: Confermo l'impressione complessiva non molto positiva su questo sesto numero di una rivista comunque di alta qualità. Sia il racconto ancora acerbo di Ligotti, le inconsistenti short stories di Shinichi, e la stucchevole storia di Nicolay, non mi hanno convinto. Davvero buone, invece, le due storie spettrali di Wakefield, ma su questo autore non avevo alcun dubbio. Però in merito allo scrittore piemontese Luigi Musolino, la mia memoria mi ha tirato un brutto tiro, ed è doveroso da parte mia scusarmi. Avevo confuso il buon racconto "Nere colline del supplizio", con una pessima storia di un altro autore nostrano, e Musolino comunque rappresenta una delle migliori penne del nuovo weird italiano (consiglio i suoi due ottimi volumi "Oscure regioni"), panorama letterario che comunque denota qualità artistiche molto discontinue.
Paradossi dell'editoria di nicchia, questa sesta uscita della rivista weird "Hypnos", è quella che ha venduto molto di più rispetto agli altri sette numeri, qualitativamente di molto superiori a questo. Ogni tanto possono mancare il bersaglio anche i più bravi. Il primo è un racconto scartato da Ligotti stesso per l'edizione italiana dei "Canti di un sognatore morto", storia ancora grezza e poco convincente rispetto ai capolavori scritti dal grande autore di Detroit. A seguire l'inconsistenza delle brevissime storie di Shinici, che lasciano interdetto anche il lettore più aperto alle sperimentazioni fantascientifiche. Poi, "Vi piace guardare i mostri" di Scott Nicolay, storia senza spessore e che per giunta ha vinto un prestigioso premio letterario (!?!), e che sembra ispirata ai peggiori lavori di Stephen King sugli incubi dell'infanzia. Sorvoliamo sulla storia di Musolino, ma questo è lo stato dell'italica narrativa weird (e me ne rammarico moltissimo). dove per ragioni editoriali si spacciano per talenti emergenti, scribacchini da due soldi senza profondità di stile, pensiero e qualità d'immaginazione. Buoni invece gli ultimi due racconti di H.R. Wakefield, classiche ghost stories ben scritte ed incisive. La rivista resta comunque un caposaldo e punto di riferimento nel panorama editoriale di genere.
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