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Anno edizione: 1989
Anno edizione: 2013
«Quell'elsa affiorata fra le zolle mi fa pensare alla brevità ma anche alla durata della nostra vita e mi sembra conciliare il grande sì che diciamo al nostro tramonto.»
Nell'autunno del 1944 i tedeschi invasero la Carnia con l'aiuto dei cosacchi loro alleati, ai quali avevano promesso un luogo dove costruire un'autonoma patria cosacca, una «Kosakenland» fra i villaggi e le montagne di quella regione. I cosacchi vi si trasferirono in massa, compiendo saccheggi e atrocità di ogni tipo fino al maggio del '45, quando scoprirono di essere stati usati e ingannati. Abbandonati a loro stessi di fronte all'avanzata dell'Armata Rossa, dovettero riparare in Austria e si arresero poi agli inglesi, i quali, però, ottemperando agli accordi segreti di Yalta, ma tradendo i patti, li consegnarono ai sovietici, che i cosacchi avevano cercato in tutti i modi di evitare. Vistisi ormai perduti, molti di loro scelsero il suicidio gettandosi nelle acque della Drava. Alcuni riuscirono a fuggire, molti altri incontrarono al morte in URSS. Da questa vicenda poco ricordata dalla storia, Claudio Magris trae spunto per comporre un resoconto toccante sul destino e sulla tragedia del vivere, ma anche su suoi brevi istanti di grazia. Prefazione di Cesare De Michelis.
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Come da aspettative, Magris ha saputo suscitare stimolanti riflessioni trattando della poco nota vicenda dell'occupazione dei cosacchi alleati di Hitler spediti in Friuli con l'illusoria promessa di poter creare lì una nuova patria per i cosacchi libera e indipendente. Questo breve ma denso racconto, scritto e costruito divinamente, è incentrato principalmente sulla significativa figura di Pëtr Krasnov - atamano dei cosacchi del Don, capo della suddetta operazione nonché romanziere - le cui azioni e destino permangono avvolti nell'incertezza. "Mettendo la sua sciabola al servizio del Terzo Reich, Krasnov la rivolgeva contro sé stesso, contro i suoi cavalieri e le sue indicibili lontananze della steppa". Dal tutto si sprigiona fascino, suggestione e un'ombra di mistero che alimenta la voglia di visitare quei luoghi in cerca delle tracce di quell'antico, breve e drammatico passaggio. Magnifico Magris!
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