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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2011
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E' un romanzo sulla condizione femminile del XIX secolo ed in questo si ispira probabilmente alla famosa "Madame Bovary" di Flaubert. L'autore siciliano tenta di creare un romanzo anche psicologico, ma è ancora prigioniero della cultura "marcatamente positivistica" del suo tempo e pertanto il suo lavoro resta, a mio avviso, soprattutto un'opera "a tinte rosa". In esso si racconta il piccolo universo di quella piccola parte di donne, spesso annoiate e volubili, appartenenti alla classe aristocratica e che non è in grado di rappresentare la più ampia fetta di popolazione femminile dell'epoca. Ho compatito molto la povera Teresa Uzeda, che come altre donne del suo tempo, giovanissima e quindi molto immatura, non solo ha avuto una vita segnata da una società maschilista, ma anche dalla sua stessa puerilità. Le donne come Teresa, infatti, ancora adolescenti, venivano catapultate nel matrimonio, quando in realtà non erano ancora in grado di decifrare i sentimenti umani, incluso l'amore. Teresa finisce così, spinta anche dal fascino del proibito, acuito dalle restrizioni di una società moralista, per identificarlo soprattutto con quelle pulsioni fisiche che caratterizzano i rapporti tra sessi diversi nei primi mesi di passione. La nostra protagonista salta così da una storia all'altra, alla ricerca di un amore in grado di garantirle, per sempre, quel turbine di passioni che lei vede continuamente spegnersi dopo i primi tempi. Ella, vittima di un sentimento idealizzato, finisce disillusa quando scopre una realtà ben diversa da quella attesa: l'amore si trasforma, evolve e non può restare immutato nel tempo, perché sono le stesse persone a cambiare. L'edizione BUR-Rizzoli da me letta (quella del 2011) è molto buona: ha un'ottima introduzione di Nunzio Zago che consiglio di leggere dopo aver letto il romanzo per evitare che la trama venga svelata; ha una sola pecca: non sono tradotte le frasi in lingua francese che si trovano nel racconto e per me questo è stato un limite.
Il romanzo è ben scritto, lo stile è impeccabile e assolutamente moderno per i tempi. La trama, però, non mi ha convinto per diversi motivi. Inizialmente per i troppi dettagli (soprattutto nei nomi delle infinite amiche di gioco e passeggio), poi per la lunga descrizione interiore dello stato d'animo della protagonista e, infine, perchè, a mio parere, inquadra poco il contesto storico. Lo consiglio, solo se si vuole avere una visione completa della trilogia. Se no consiglierei di iniziare a leggere direttamente i Vicerè.
Testo impegnativo, interessante l'autoanalisi della protagonista, che però non riesce a uscire dalla sua continua illusione. Un po' lunghe le descrizioni dei suoi stati d'animo.
Recensioni
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