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Anno edizione: 2017
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Libro stringato ma ben scritto che descrive in maniera ottimale la cosiddetta Anarchia Militare che caratterizzò l'Impero Romano nel III secolo,l'ascesa della dinastia sasanide in Partia che scalzó quella degli arsacide,e soprattutto il governo dell'imperatore Valeriano e di suo figlio Gallieno. Al contrario di ciò che raccontano le faziose fonti cristiane,Valeriano fu un Cesare che cercó in tutti i modi di ridare una stabilità all'impero,un impero però in fase già decadente. Valeriano fu un uomo valoroso,ambizioso e preparato ma la sua figura rimarrà quella del Cesare caduto prigioniero di quel re dei parti,Shapur,che lo portò con sé in Oriente insieme a centinaia di soldati romani,morti lontano dalla loro patria. Ne esce una figura tragica e sfortunata,ma comunque coraggiosa,di un uomo che cercó di ridare lustro a Roma.
Personalmente l’ho trovato un buon testo. Non straordinario, però molto intrigante e fluido. Il tutto è incentrato sulla figura di Valeriaro, di cui viene dipinta un’immagine basata sui suoi rapporti col Senato, la sua salita al potere, la sua ascendenza, la famiglia, il governo e i tentativi di stabilizzare l’impero, le leggende e le storie sulla sua prigionia. Tenendo sempre conto delle ampie, diverse e relativamente attendibili prospettive da cui viene analizzato, siano esse romane, persiane o cristiane. Della Battaglia di Edessa in sé, invece, parla ben poco, anche a causa della scarsità di fonti al riguardo. Tuttavia quel “poco” contiene alcune considerazioni e riferimenti davvero interessanti. Oltre e prima di trattare l’imperatore prigioniero e la sua disfatta, l’autore ci offre un buon riassunto sulla fase iniziale/centrale della crisi romana del III secolo e soprattutto sulle origini e l’ascesa della dinastia Sasanide e i suoi primi urti con il mondo romano. Da una parte tutto questo è associato a un’ampia e notevole bibliografia, dall’altra l’autore pone l’accento proprio sul problema rappresentato dalle fonti. Quello preso in considerazione è un periodo delicato e confuso, di cui ci rimangono pochissime testimonianze, mentre quel poco che ci rimane sono probabilmente descrizioni “filtrate” degli avvenimenti, condizionate dalle opinioni politiche e religiose di chi le ha lasciate. Proprio per questo, in diverse occasioni, il testo vaglia varie possibilità, diverse possibili interpretazioni di eventi su cui abbiamo spesso dati diversi, a volte in contrasto tra loro. Nel farlo credo gli vada riconosciuto il merito di non sbilanciarsi troppo. Ritengo che si rovini (lievemente, per modo dire) solo nelle ultimissime pagine, con degli inappropriati commenti di natura politica. In aggiunta il peso reale attribuito alla considerazione cristiana su Valeriaro, almeno oggi, mi è parso alquanto esagerato.
Questo saggio storico illustra le vicende poco note di un periodo dell'impero romano al quale è dedicata una scarsa attenzione nei programmi scolastici. E' quasi un libro propedeutico alle lettura dei saggi di Alessandro Barbero sul declino dell' Impero.
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