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Gli imperi del profitto. La globalizzazione e le responsabilità delle multinazionali - Daniel Litvin - copertina
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Gli imperi del profitto. La globalizzazione e le responsabilità delle multinazionali
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Gli imperi del profitto. La globalizzazione e le responsabilità delle multinazionali - Daniel Litvin - copertina

Descrizione


Uno dei luoghi comuni della storia dell'economia e della politica attribuisce alle grandi multinazionali la responsabilità delle ingiustizie del pianeta e i difficili rapporti tra i paesi ricchi e il resto del mondo. L'impatto delle grandi compagnie commerciali, finanziarie, minerarie e industriali non è stato mai studiato a fondo, anche se è innegabile che dai tempi del colonialismo a oggi abbiano svolto un ruolo fondamentale. Daniel Litvin ha ricostruito le vicende di una serie di grandi imprese internazionali, a cominciare da quelle attive nell'epoca coloniale, come la British East India Company, la British South Africa Company e la South Manchurian Railway; per arrivare fino alla United Fruit e all'ENI, alla Monsanto, alla Royal Dutch/Shell e alla Nike. L'azione di questi giganti economici, così goffi e miopi, spesso incompresi nella madrepatria e all'estero, portatori di interessi a volte incompatibili, ha generato omicidi, colpi di stato, dirottamenti, sequestri. Quelli documentati in questo studio sono casi emblematici, situazioni di crisi e di malessere che non restano confinate nella sfera economica, ma hanno conseguenze sociali, culturali, politiche, diplomatiche, ambientali. Evitando le condanne ideologiche, Litvin offre una serie di utili indicazioni. Perché, via via che le maglie della globalizzazione si fanno sempre più strette, è necessario costruire condizioni che rendano meno problematico e rischioso l'impatto delle multinazionali sui territori, le culture e le società.
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Dettagli

2007
12 luglio 2007
393 p., ill. , Brossura
9788811740247

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Fersand1944
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Dal punto di vista storico questo libro è molto interessante in quanto ricostruisce con cura e dettagliatamente le vicende delle principali multinazionali storiche; meno convincenti sono certe considerazioni sui riflessi che esse hanno avuto nelle vicende dei popoli in cui hanno operato. Sembra che gli aspetti negativi dei loro imperi siano semplicemente imputabili alla incapacità di comprendere il contesto sociale e culturale in cui operavano. Anche l’ottica della narrazione è rivolta prevalentemente alla vita di quelli che sono stati i protagonisti di questi imperi, mentre poco si dice delle condizioni di lavoro dei dipendenti delle multinazionali. Insomma è un testo “a difesa” delle multinazionali: in sostanza la difesa di Litvin è che le multinazionali hanno portato a miglioramenti delle condizioni di vita dei loro lavoratori nei paesi in cui operavano, ma rimane il fatto che le multinazionali sfruttavano risorse di un paese straniero e ne portavano via gran parte della ricchezza. Gli imperi si sono costruiti su questo e a parte i corrotti, Governi compresi beninteso, le ricadute sulle popolazioni erano e sono tuttora irrisorie; forse è più per questo che le multinazionali non sono ben viste ed incontrano difficoltà. Per non parlare della Monsanto che in India più che progresso ha portato miseria e relativi suicidi e della pratica frequente di delocalizzare, che, se da una parte porta un po’ di benefici ai lavoratori dei paesi in cui si sposta la produzione, produce effetti drammatici sui lavoratori che perdono il lavoro, un aspetto che viene rapidamente sorvolato. Infine sottolineo il paradosso che si indichino come “dittatori liberali”, quei personaggi del Centro America che assunsero il potere (oltre che per golpe) eliminando i propri avversari politici e reprimendo nel sangue le rivolte della povera gente; è una deformazione della realtà.

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