L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Prezzo minimo ultimi 30 giorni: 5,25 €
Tutti i formati ed edizioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro attualissimo anche se scritto più di 10 anni fa. E' un reportage che racconta la cultura, la politica, il lavoro, la scuola di India e Cina. A fine libro c'è una parentesi che analizza gli stessi aspetti (ma in modo più conciso) per il Giappone.
È un libro datato, è stato scritto una dozzina di anni fa, ma le lezioni che ci impartisce conservano tutta la loro validità. Cindia sta per Cina+India, i due giganti asiatici abitati da oltre un miliardo e mezzo di persone. Di qui la spinta che esercitano sul commercio mondiale. Ma Cina e India non potrebbero essere più diverse: la Cina è governata in modo autoritario, mentre l’India è una democrazia, anzi la più popolosa democrazia del mondo, anche se è dominata dal sistema delle caste. Quali sono le cause della concorrenza che ci arriva da Cindia? Sono i bassi salari, l’assenza di diritti sindacali, la contraffazione, la moneta sottovalutata. Un lungo capitolo sul Giappone può essere riassunto in questa frase: “Il Giappone visse solo la sconfitta finale come una vergogna, non rivide la guerra come una colpa.” Se Cina e India collaborassero diventerebbero una forza dirompente. Un’ultima considerazione: quando comperiamo oggetti ad un prezzo ridicolo ci rendiamo conto che togliamo lavoro ai nostri operai?
Ho appena cominiato a leggere il libro, ho guardato varie recensioni e sono stato colto da un pensiero critico. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, recita un proverbio e allora mi chiedo: perchè Microsoft ha spostato la sua produzione in India? perchè molte industrie americane ed europee hanno spostato le loro produzioni in Cina? Per risparmiare sui costi di produzione; ma intanto hanno sviluppato le conoscenze e le tecnologie di quei paesi a scapito degli USA e dell'europa. Mentre i nostri governi tagliano i fondi per la scuola, la ricerca e lo sviluppo tecnologico i nostri "bravi" imprenditori hanno regalato le conoscenze e le tecnologie faticosamente acquisiti a questi paesi che, giustamente, ne hanno saputo approfittare. CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO! Non i singoli cittadini sono responsabili ma le istituzioni e gli imprenditori e cui va il mio sentito e amaro "GRAZIE!?" per quanto avete fatto per i vostri connazionali.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Federico Rampini, corrispondente di Repubblica da Pechino, in questo nuovo libro racconta la Cina e anche l'India, i due Paesi che si stanno imponendo sulla scena mondiale grazie al "boom" economico, industriale e tecnologico che stanno vivendo ormai da alcuni anni. Se il "boom" cinese – scrive Rampini – ha preso la sua rincorsa dall'inizio degli anni Ottanta, è di recente che l'India si è imposta di prepotenza come "l'altro" miracolo. Dal 1991 le riforme economiche di New Delhi hanno liberato l'energia del Paese e dal 2004 Cina e India sono diventate le mete predilette degli investimenti delle multinazionali.
Il decollo della potenza tecnologica indiana si esemplifica bene in un microchip, inventato da un 35enne indiano, e finito nello stomaco delle vacche che fino al 2003 giravano indisturbate per le vie della capitale e che ora consente di attribuire a ogni mucca indù un codice d'identità, di registrarne la razza e il proprietario. Ebbene quel sensore "made in India" è oggi un successo mondiale: negli Usa, in Europa e in Argentina è usato per monitorare eventuali ritorni del morbo della mucca pazza. Questa è la "New India" divenuta centro dell'innovazione mondiale, il Paese dove la Microsoft di Bill Gates lancia nuovi software a basso costo per miliardi di utenti, assume migliaia di ingegneri e incontra una concorrenza che ha spostato lì, a Bangalore, nella Silicon Valley indiana, il baricentro della fabbricazione di hardware e microchip. Dunque, scrive Rampini, non ci sono alternative, la crescita è in questo Paese. E in Cina. Ecco perché la sfida è serrata. La tigre indiana e il dragone cinese, una democrazia da 1 miliardo e 100 milioni di abitanti e un regime (politicamente) totalitario da 1 miliardo e 300 milioni di persone. Due Paesi dal passato glorioso che trainano tutto il continente asiatico come due locomotive dello sviluppo industriale e demografico.
Questa realtà è "Cindia", un'area che fra 30 anni, secondo studi internazionali, produrrà il 42 per cento del Pil mondiale, lasciando agli Usa il 23 per cento e all'Europa solo il 16: la partita del XXI secolo si gioca qui, nel nuovo centro del mondo.
Un saggio che non lascia indifferenti, nel quale Rampini raccoglie storie di vita quotidiana, ritratti di grandi capitalisti dei quali a stento si comprende il nome, e racconti di viaggio dall'interno dell'impero nascente.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore