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Dalla ricostruzione al boom economico, dall' austerity alla ripresa, al decennio delle privatizzazioni, la storia della nostra economia pubblica è sintetizzata nelle linee di un unico grande processo: il passaggio dallo Stato interventista alla libera economia di mercato. è una semplificazione tuttavia forse eccessiva, forse troppo attenta a modelli teorici - estratti da testi, la Costituzione e i Trattati, la lettura dei quali notoriamente non è univoca o forse, anche, talvolta eccessivamente condizionata dai presupposti ideologici di tali modelli; forse non sufficientemente attenta al complesso (o, meglio, alla complessità) dei caratteri sociali, politici ed economici, oltre che istituzionali, dell'evoluzione di quest'ultimo cinquantennio. Cinquant'anni di giustizia costituzionale aiutano a scorgere equilibri diversamente poco visibili. Il filo degli interventi, il segno delle risposte e le scelte argomentative sono elementi di un quadro non certamente semplice da ricomporre e da interpretare, ma dove prendono forma e assumono rilievo proprio gli aspetti del processo storico non intelligibili nella esclusiva contrapposizione tra modelli gius-economici. Certo, la Corte ha ben presto operato prendendo a riferimento, oltre a quelli costituzionali, i principi e i valori espressi dal diritto comunitario. Ma è proprio in questa prospettiva che, nel suo magistero, si coglie una lezione di alto equilibrio, perché il pur necessitato riferimento a tali principi e valori non si è tradotto in un recepimento acritico di essi all'interno del giudizio cli costituzionalità. Al contrario, la Corte ha saputo contemperare, con l'enunciato del diritto comunitario, le peculiarità del nostro ordinamento costituzionale, confermandone la vitalità e fornendo un fondamentale contributo alla sua evoluzione.
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