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Anno edizione: 2019
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Le folgoranti osservazioni contenute in queste pagine descrivono lo smarrimento e la fascinazione provati di fronte a un mondo "lontano" e "indecifrabile" e colgono con acutezza i passaggi chiave di un paese "in ebollizione" che, sotto la spinta di profonde trasformazioni sociali ed economiche, sta ponendo le basi per la nascita del moderno Giappone.
«Osservatore acuto e brillante, Londres non è mai banale, scontato nelle sue riflessioni. Le pagine che seguono contengono intuizioni di straordinaria lucidità, che saranno poi confermate dagli sviluppi successivi» - Corrado Molteni
«Dai rapporti internazionali al misterioso sushi, dalle immancabili geishe ai contrasti di Osaka, pagine di un secolo fa ci aiutano a capire un Paese che per molti versi resta misterioso e affascinante» - Gianni Mascolo, Il Venerdì
Nel 1922, Albert Londres, leggenda del giornalismo d'inchiesta, si imbarca per l'Asia come inviato del quotidiano francese «Excelsior» per realizzare il più ambizioso dei suoi reportage. Prima tappa, il Giappone. In una serie di articoli dallo stile funambolico, ironico e a tratti irriverente, il grande cronista ci trasporta nelle strade, tra i templi, i giardini, le case da tè di Tokyo e Kyoto e i brulicanti paesaggi industriali di Osaka, ci introduce alla mentalità e alle usanze giapponesi e ci fa respirare le tensioni che accompagnano i primi passi dell'Impero del Sol levante sulla scena politica internazionale. Prefazione di Corrado Molteni.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Albert Londres è unico. I suoi articoli dal Giappone sembrano attuali. 5 stelle per questo libro.
Recensioni
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Appunti di viaggio dal Giappone di un secolo fa
di Roberto Terrosi
Questo libro ha un’unica pecca: quando entri in confidenza con l’ironica ma penetrante visione di Londres sul Giappone degli anni ’20, che lui vive in prima persona come inviato della rivista illustrata “Excelsior”, ti accorgi con rammarico che il libro è già finito. Aspettavo proprio di leggere il successivo articolo di Londres sulla politica giapponese o su qualche aspetto della cultura nipponica e invece dopo c’era solo la lista degli altri libri della collana. Ciò accade perché questo libro, oltre a essere godibilissimo, è un documento raro e prezioso nel suo genere, poiché riesce ad andare oltre i luoghi comuni orientalisti sul Giappone mistico e incantato o sensuale e guerriero che da Madama Butterfly ad Alan Watts hanno puntualmente appannato la visione del Giappone, trasformandolo in una sorta di favola. Con il suo realismo venato di cinismo Londres ci lascia invece un’immagine ben più lucida e credibile della situazione sociale e politica del Giappone di allora.
Tra una nota di colore e l’altra, Londres traccia man mano i lineamenti di un quadro politico rivelatore non solo su quello che doveva essere l’accumulo di tensioni con gli USA e che avrebbe portato il Giappone a quell’imprudente passo falso che fu l’attacco a Pearl Harbour, ma anche su una tattica politica da parte statunitense che vediamo ancora in atto oggi con la Cina. In altre parole, gli USA stavano con il fiato sul collo al Giappone, rimproverandolo continuamente per le sue politiche interne ed esterne, per tenerlo sul filo e costringerlo a fare concessioni su concessioni, che questi dovevano compiere, sia pure mal volentieri, per non restare fuori dal mercato internazionale. L’allarmismo USA non era del tutto infondato, dal momento che il Giappone aveva tutto l’interesse a usare il suo giovane potenziale bellico moderno (già sperimentato con successo contro Russia e Cina) per creare un impero nazionale ed entrare nel club delle potenze mondiali, esattamente come stavano facendo l’Italia e la Germania negli stessi anni, cercando così di recuperare il tempo perduto a causa della tardiva formazione in Stato nazionale moderno. Ma gli USA non sembravano voler accettare la nascita di una superpotenza al loro Occidente ovvero in Estremo Oriente, esattamente come non lo vogliono oggi e quindi si avvicinavano sempre più militarmente al Giappone (come oggi alla Cina), senza che questo impedisse loro di invocare ritorsioni per ogni iniziativa giapponese che tendesse a rafforzare la sicurezza nazionale. Insomma, una politica di accerchiamento stressante e provocatoria, che si concluse come sappiamo, sebbene i giapponesi in quel momento, e Londres ce lo racconta, cercarono di assecondare gli USA per evitare lo scontro, firmando un trattato del tutto svantaggioso. Allora Londres descrive a chi si interessa di politica un precedente significativo della politica americana in Estremo Oriente, con la speranza che la Cina non faccia la stessa sciocchezza commessa allora dai suoi vicini del Sol Levante.
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