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"Il Re Giacomo alla Regina sua Consorte / nel partirsi da S. Germano per l'Inghilterra. 1692. / Sonetto / Cadai Regina al Fato; e mi convenne / Lasciar la propria Reggia, e i patrii Regni; / L'Empietà mi turbò gli alti disegni / Né i rai di vera Fa mirar sostenne. // Dall'Aquilon si rea tempesta venne, / A cui non valse oppor forza, o ritegni; / Or vado a vendicar gli oltraggi indegni / Con mille Squadre, e mille alate Antenne. // Deh soffri, o' mia Regina un breve affanno, / Con questa desora io m'aprirò la via, / Espugnerò l'Usurpator Tiranno. // Tu incessanti preghiere al Cielo invia; / Così il Trono Reale del suol Britanno / Del mio brando, e tuoi voti il premio fia. // Del Sig.re Ramazzini di Modena".
_x000D_Manoscritto su carta in italiano. Bifolio (mm. 286x205) vergato solo al recto della prima carta. Doppia filigrana (tre montagnole e una figura umana intera, forse un artigiano, con in basso le iniziali “BB”). Tracce di piegatura, in ottimo stato di conservazione.
_x000D_Sonetto apparentemente inedito e sconosciuto, qui attribuito ad un certo Sig. Ramazzini di Modena (forse il celebre medico Bernardino, 1633-1714), in cui l'autore finge di essere il re d'Inghilterra Giacomo II Stuart (1633-1701) nell'atto di rivolgersi alla moglie Maria Beatrice d'Este (1658-1718), meglio conosciuta come Mary of Modena, invitandola a pregare per lui mentre si accinge a partire per l'Inghilterra per riconquistare il trono perduto. Giacomo II Stuart fu re d'Inghilterra dal 1685 al 1688. Dopo la sua deposizione nel 1688, riparò in Francia insieme alla moglie e visse in esilio presso il Castello de Saint-Germain-en-Laye, messo loro a disposizione dal cugino di lui Luigi XIV. Tra il 1689 e il 1696 Giacomo tentò a più riprese con l'aiuto del re di Francia di riconquistare il trono, sia militarmente che tramite complotto, senza tuttavia mai riuscirvi.
<p>''Il Re Giacomo alla Regina sua Consorte / nel partirsi da S. Germano per l'Inghilterra. 1692. / Sonetto / Cadai Regina al Fato; e mi convenne / Lasciar la propria Reggia, e i patrii Regni; / L'Empiet&agrave; mi turb&ograve; gli alti disegni / N&eacute; i rai di vera Fa mirar sostenne. // Dall'Aquilon si rea tempesta venne, / A cui non valse oppor forza, o ritegni; / Or vado a vendicar gli oltraggi indegni / Con mille Squadre, e mille alate Antenne. // Deh soffri, o' mia Regina un breve affanno, / Con questa desora io m'aprir&ograve; la via, / Espugner&ograve; l'Usurpator Tiranno. // Tu incessanti preghiere al Cielo invia; / Cos&igrave; il Trono Reale del suol Britanno / Del mio brando, e tuoi voti il premio fia. // Del Sig.<sup>re</sup> Ramazzini di Modena''.</p> <p>Manoscritto su carta in italiano. Bifolio (mm. 286x205) vergato solo al recto della prima carta. Doppia filigrana (tre montagnole e una figura umana intera, forse un artigiano, con in basso le iniziali &ldquo;BB&rdquo;). Tracce di piegatura, in ottimo stato di conservazione.</p> <p>Sonetto apparentemente inedito e sconosciuto, qui attribuito ad un certo Sig. Ramazzini di Modena (forse il celebre medico Bernardino, 1633-1714), in cui l'autore finge di essere il re d'Inghilterra Giacomo II Stuart (1633-1701) nell'atto di rivolgersi alla moglie Maria Beatrice d'Este (1658-1718), meglio conosciuta come Mary of Modena, invitandola a pregare per lui mentre si accinge a partire per l'Inghilterra per riconquistare il trono perduto. Giacomo II Stuart fu re d'Inghilterra dal 1685 al 1688. Dopo la sua deposizione nel 1688, ripar&ograve; in Francia insieme alla moglie e visse in esilio presso il Castello de Saint-Germain-en-Laye, messo loro a disposizione dal cugino di lui Luigi XIV. Tra il 1689 e il 1696 Giacomo tent&ograve; a pi&ugrave; riprese con l'aiuto del re di Francia di riconquistare il trono, sia militarmente che tram
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