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Wulf Dorn è sempre una garanzia, il racconto ti trascina nel mondo di Simon, un ragazzo difficile sopravvissuto all'incidente che ha causato la morte dei genitori. un classico psicothriller dove il lettore entra subito in empatia col protagonista e i suoi incubi fino all'inaspettato finale.
thriller interessante che si legge velocemente
La storia di un ragazzino autistico che perde i genitori in un tremendo incidente automobilistico in cui solo lui si salva. Il rimorso per essere l'unico sopravvissuto sarà amplificato da tenebrosi incubi notturni a cui andrà a sommarsi l'ansia per la scomparsa di una coetanea. Un thriller psicologico assolutamente da leggere!
Recensioni
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A volte svegliarsi da un sogno può farti precipitare in un incubo.
Con Lo psichiatra (Corbaccio, 2010) Wulf Dorn aveva conquistato pubblico e critica non solo in Germania (paese d’origine) ma anche in Italia. Per molti, quel thriller riportava i lettori in contatto “con il lato oscuro della natura umana”: un vero e proprio caso editoriale da 100.000 copie vendute. Storia forte, scrittura tenace (capace di tenere la pagina) e un’alisi profonda, sottile e riuscitissima della psiche e delle paure umane.
Dopo un esordio così, è impossibile non temere confronti, paragoni e fallimenti. Ma Dorn si è quasi sempre dimostrato all’altezza delle aspettative e se è vero che Incubo non delude, è vero anche il contrario.
La storia è quella di un ragazzino vittima di un incidente stradale nel quale perde i genitori: già problematico, Simon non esce illeso psicologicamente dall’evento e per superare il trauma viene ricoverato in un ospedale psichiatrico. Una volta dimesso, il mondo che conosceva, fatto di certezze rassicuranti, non esiste più: morti i genitori viene affidato, momentaneamente, alle cure di una zia. Si sprofonda da subito in un clima di ambiguità, incomunicabilità e silenzio assordante: è quello in cui Simon vive nella sua camera, dalla quale vede il mondo e sente il fratello maggiore, Michael, parlare di lui. Sì, perché Simon ha un fratello che durante tutto il perdiodo di ricovero non è mai andato a trovarlo, tenendolo all’oscuro anche della vendita della casa dei genitori. Simon adora il fratello ma sembra che l’amore fluisca in un solo verso. D’altronde Michael (che ha una ragazza e una vita) e la zia decidono che sia meglio portare Simon in un istituto che occuparsi direttamente di lui.
La reazione di Simon a questa notizia (appena tornato dall’ospedale psichiatrico e già spedito in un istituto) lo porta a conoscere Caro, una ragazzina solitaria come lui. Caro gli sarà molto d’aiuto: una persona che gli somiglia, un contatto umano, qualcuno con cui parlare… ma non solo. Quando inizieranno a sparire delle ragazze, tra cui la fidanzata di Michael e Michael sarà l’indiziato numero uno, Simon avrà solo la sua nuova e unica amica ad aiutarlo. Affronterà la realtà delle cose (per quanto confusa), sfiderà gli incubi che gli sconvolgono la notte e che hanno fagocitato la sua infanzia.
Indubbiamente Incubo è un thriller che rapisce, anche se all’inizio sembra arrancare, un po’ sofferente, in capitoli lenti e introduttivi. Ma poi si riprende e quando manca il ritmo, la storia e la discesa nel mondo di questo ragazzo solo e particolare, che sente il peso di essere sopravvissuto a tutti e non a se stesso, avvincono fino alla fine.
Non è possibile far tornare indietro il tempo. Nessuno è in grado di farlo. Continuare a frugare nel passato alla ricerca di un colpevole non cambierà niente. L’unico modo di uscirne è guardare avanti. Chiudere con il passato e pensare al futuro. Ci vuole molto coraggio, lo so, ma tu ce l’hai.
Recensione di Beatrice De Carli
Nessuno come Wulf Dorn riesce a entrare nei meandri più oscuri della mente umana. A volte svegliarsi da un sogno, può farti precipitare in un incubo.
Il lupo non è sempre come sembra.
Stare vicini a Simon è una faccenda complessa. Il ragazzo è spigoloso e solitario. Alterna momenti di disarmante dolcezza ad altri di inspiegabile aggressività. Pare rinchiuso in un mondo inaccessibile, in cui talvolta è difficile distinguere la realtà dalla fantasia e dove le emozioni sui volti altrui sono un enigma indecifrabile. I rapporti di conseguenza diventano impossibili. Simon soffre infatti di una leggera forma di autismo, tanto lieve da non renderlo troppo diverso per poter godere dell’empatia riservata a chi soffre di un grave handicap. Simon viene considerato un semplice freak, uno di cui prendersi facilmente gioco a scuola per i modi strambi e il goffo corpo da tisico.
Michael – il fratello - è la sola presenza positiva nella vita di Simon, l’unica figura capace di ancorare il ragazzo alla realtà.
La vita del protagonista, già maledettamente complicata, diventerà impossibile dopo un fatale incidente automobilistico, da cui uscirà illeso, a differenza dei genitori, rimasti intrappolati tra le lamiere e arsi dalle fiamme. Da quel momento in poi, ogni notte verrà tormentato da paurose allucinazioni. Un’ombra nel sonno, o meglio in un dormiveglia che pare gradualmente impadronirsi dell’intera giornata, gli sussurra che non sarebbe dovuto rimanere in vita. Questo terrore notturno, assunte le sembianze fiabistiche di un lupo nero, improvvisamente riesce a uscire dalla testa di Simon e terrorizzare la tranquilla cittadina di Fahlenberg. Rifugiatosi nel bosco adiacente alla casa del protagonista, il mostro comincerà a mietere vittime. La polizia non crede alla pista sovrannaturale e Michael è diventato il principale sospettato per questi omicidi. A Simon non rimane altro che indagare, per scagionare il fratello, ma soprattutto per affrontare e risolvere le proprie paure. Ad aiutarlo ci sarà Caro, una bella ragazza, anch’essa solitaria e dall’animo lunare, forse per questo motivo a suo agio in presenza del problematico Simon. La via verso la normalità sembra imboccata, ma sarà una pia illusione, in un saliscendi di emozioni e colpi di scena dove nulla è come sembra.
Questo romanzo avvolto nelle tenebre non deluderà le aspettative di chi ha già apprezzato Dorn per i lavori precedenti, tra cui gli acclamati Phobia e Il mio cuore cattivo. L’autore infatti conferma di trovarsi a suo agio nei thriller psicologici, grazie al passato professionale nelle cliniche psichiatriche, in cui ebbe modo di confrontarsi con pazienti affetti da gravi disturbi mentali.
Quest’esperienza è facilmente riscontrabile tra le pagine dei suoi lavori, in cui le manie e le fobie dei protagonisti sono tratteggiate in modo realistico. Non troverete mai del gratuito sensazionalismo o un’esasperata ricerca del macabro nei suoi romanzi, ma un’attenta caratterizzazione dei disturbi psichici. Emerge perciò una forte sensibilità capace di tradursi in affetto istantaneo dei lettori verso i poveri disadattati che abitano le pagine dei lavori dell’autore tedesco. La sua scrittura è semplice, efficace ed evocativa, graditissima ai giovani lettori, ma non per questo banale o di scarsa profondità, perché è in grado di costruire scenari da incubo nel giro di poche righe, passando da un registro narrativo standard, dedicato alla descrizione della quotidianità del protagonista, a uno da horror puro.
Incubo è l’indubbia conferma del talento di Dorn, la dimostrazione che l’etichetta di giovane maestro dello psico-thriller non è esagerata, ma il giusto riconoscimento a un autore di cui il pubblico italiano, tra i suoi più fedeli insieme a quello spagnolo, sentirà parlare ancora a lungo.
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