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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2022
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Eva Cantarella illumina alcuni momenti di una vicenda lunghissima, che dal mito giunge ai medici e ai filosofi che hanno fondato il pensiero occidentale.
L’inferiorità di genere è un’idea antica. Una storia che comincia in Grecia con il mito di Pandora e arriva fino a noi.
Siamo abituati a pensare ai greci come alla culla della nostra civiltà: a loro dobbiamo l'idea di democrazia, la storiografia, la filosofia, la scienza e il teatro. Eppure di questa eredità fa parte anche il modo in cui consideriamo il rapporto tra i generi: un lascito che ha superato i secoli e i millenni con tracce che continuano a pesare sulle nostre vite come macigni. Nella nostra storia antica c'è stato un momento in cui la differenza tra il genere maschile e quello femminile si è trasformata nell'idea che le donne siano inferiori agli uomini e quindi in una serie di inevitabili, pesanti discriminazioni. Tutto comincia con un mito. Esiodo racconta la nascita della prima donna, mandata da Zeus sulla terra per punire gli umani della colpa commessa da Prometeo: rubare il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, riducendo così la distanza che li separava dagli immortali. Pandora è "un male così bello" da essere un "inganno al quale non si sfugge". Rappresenta un'alterità incomprensibile agli uomini, tanto misteriosa da essere paragonabile solo alla morte. Da lei, dice Esiodo, discende "il genere maledetto, la tribù delle donne". Eva Cantarella illumina alcuni momenti di una vicenda lunghissima, che dal mito giunge ai medici e ai filosofi che hanno fondato il pensiero occidentale. Attraverso le voci di Parmenide, Ippocrate, Platone e Aristotele vediamo come la differenza di genere viene costruita e codificata, fino a diventare un pilastro dell'ordine sociale e della cultura giuridica greca. Scopriamo l'origine delle convenzioni sociali, delle teorie filosofiche e delle pratiche giuridiche che oggi ripropongono visioni 'essenzialiste' delle diverse identità personali". Conosciamo una parte molto antica di noi stessi e facciamo esperienza di un passato da cui finalmente possiamo prendere le distanze per realizzare il nostro futuro.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo è un bel libro. Ci mostra la Grecia, non solo come centro di civiltà come la si conosce, ma come non la si conosce: nei riguardi delle donne e la rappresentante, pur non essendo Eva, è sempre sottoposta a un terribile antifemminismo, non solo culturale, ma anche sul piano legale.
Eva Cantarella cerca di identificare l'origine della discriminazione di genere nella Grecia Antica. La Cantarella parte quindi dal mito di Pandora, che origina una iniziale netta separazione fra uomo e donna. Ed è così che da Pandora discende "il genere maledetto, la tribù delle donne". Dal mito, la questione di genere passa per la medicina e la filofia, per arrivare infine alla pratica: Eva Cantarella ci mostra come questa differenza di genere si traduca in una discriminazione di tipo sociale e giuridico per le donne e ci mostra alcuni esempi pratici dell'epoca. Risulta quindi interessante vedere questo aspetto ambivalente dei Greci, che da un lato ci hanno tramandato la bellezza e la grandezza del teatro, della storiografia, della filosofia e della democrazia, ma che dall'altro sono stati in grado di codificare e accettare una discriminazione di genere che è arrivata fino a noi. Come sempre, Eva Cantarella risulta estremamente chiara e comprensibile, mantiene alta l'attenzione del lettore e lo istruisce senza annoiare mai.
Come è nato lo stereotipo dell’inferiorità femminile? Come è possibile spiegare il sorgere e l’imporsi nella mentalità del concetto di “differenza naturale”, e quindi intrinseca e non eliminabile, della donna, che ne avalla la subalternità rispetto al maschio? Eva Cantarella con questo esile ma straordinario volume fornisce una risposta a questi interrogativi attraverso il mito, i testi medici e filosofici, il diritto. Questo nuovo contributo prosegue un discorso iniziato nei magnifici precedenti saggi dell’autrice sull’universo femminile nell’antichità (L’ambiguo malanno, Passato prossimo, Itaca), ma nasce anche dall’urgenza di comprendere il persistere di idee e comportamenti a cui il nostro presente è ancora tenacemente e colpevolmente ancorato. Con la chiarezza che la contraddistingue da sempre, Cantarella indaga in modo critico l’eredità che ci viene dal mondo greco e dona ricchi spunti di meditazione.
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