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Intellettuale a Auschwitz - Jean Améry - copertina
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Intellettuale a Auschwitz - Jean Améry - copertina
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Dettagli

1987
162 p.
9788833904184

La recensione di IBS

Il libro di Améry è un lucidissimo, tenace catasto di molte sconfitte. L'etica in nome della quale il nazismo era stato combattuto viene negata dalla violenza e dal terrore imperanti in altre, varie parti del mondo; l'antisemitismo risorge in altri modi e in altre torme. Con inesorabile precisione e passione di verità, Améry registra le disfatte dello spirito di Auschwitz, a cominciare dalla peculiare inferiorità nella quale, nel Lager, vengono a trovarsi gli intellettuali, che l'inadeguatezza alla dimensione meramente fisica cui è stata ridotta la vita rende paria fra i paria, e che l'umanesimo scettico e autocritico, privo di certezze assolute, rende più indifesi rispetto a chi, come i credenti religiosi e i militanti marxisti ortodossi, possiede una fede incrollabile e una spiegazione inoppugnabile. stampelle che aiutano a sopportare torture, privazioni, umiliazioni e morte. In questo senso la riflessione si rivela, per l'intellettuale, causa di un'ancor più insidiosa fragilità: impedendogli di illudersi e costringendolo a scrutare sino in fondo l'annientamento della morale nel Lager, lo induce a interrogarsi sulla debolezza della morale stessa dinanzi alla realtà e a dubitare dei valori che non hanno saputo dominare il bruto corso degli eventi.Autore di due altri grandi libri - sull'invecchiare e sul suicidio - Jean Améry, proprio attraverso la disillusa assolutezza con cui sa misurare le nostre implaca abili «perdite di terreno», si rivela alla fine un maestro di dignità e di libertà, un campione del buon combattimento.
Jean Améry, pseudonimo di Hans Mayer, nasce a Vienna nel 1912, da famiglia ebraica assimilata nell'Impero austro-ungarico. Compie studi di lettere e filosofia. Nel 1938, con l'annessione dell'Austria alla Germania nazista, emigra in Belgio e si unisce alla Resistenza. Arrestato dai nazisti nel 1943, viene torturato e e poi internato nel campo di concentramento di Auschwitz, dove trascorre due anni. Dopo il 1945 si trasferisce a Bruxelles ed esercità l'attività di scrittore, collaborando anche alla radio e alla televisione. Muore suicida a Salisburgo nel 1978.

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Conosci l'autore

Jean Améry

(Vienna 1912 - Salisburgo 1978) saggista austriaco. Studiò a Vienna filosofia e letteratura. Lasciata l’Austria nel ’38, partecipò in Belgio alla resistenza contro il nazismo e fu internato in un campo di concentramento. Dopo la guerra visse a Bruxelles come giornalista. Nei suoi saggi spazia da temi storico-culturali (Nascita del presente, Geburt der Gegenwart, 1961; Figure e forme della civiltà occidentale dalla fine della guerra, Gestalten und Gestaltungen der westlichen Zivilisation seit Kriegsende, 1961; Intellettuale ad Auschwitz, Jenseits von Schuld und Sühne, 1966) a problemi etici, come la rivolta dell’individuo contro l’appiattimento della società moderna o come il suicidio, in quanto affermazione di libertà (Levar la mano su di sé, Hand an sich legen, 1976; Lefeu o La rottura, Lefeu...

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