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Intelligence e metodo scientifico - Dario Antiseri,Adriano Soi - copertina
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Descrizione


"Il prezzo della libertà è l'eterna vigilanza". E compito degli operatori dell'Intelligence è esattamente quello di fornire informazioni al decisore politico in vista di una libera e sicura convivenza civile. È chiaro, d'altro canto, che le informazioni prodotte dall'Intelligence o sono vere e proprie conoscenze oppure restano notizie campate per aria e altrettanto inutilizzabili vaghi sospetti. E siccome autentiche conoscenze sono soltanto quelle che risultano da indagini condotte con metodo scientifico, ne consegue che ogni fase del "ciclo dell'Intelligence" debba venir affrontata con coerenza logica e il più severo controllo fattuale. In breve, l'applicazione rigorosa del metodo scientifico ha da essere in funzione in ogni segmento dell'analisi. Tutto ciò nel dichiarato orizzonte di quella concezione fallibilista della scienza che vede la ricerca procedere per congetture e confutazioni, dove anche la meglio consolidata teoria resta sempre sotto assedio e dove vale l'imperativo per cui: razionale non è un uomo che vuole avere ragione, ma è piuttosto un uomo che vuole imparare - imparare dai propri errori e da quelli altrui. Da qui, il filo rosso sotteso alle riflessioni dei due autori del presente lavoro: una seria padronanza del dibattito epistemologico contemporaneo si configura come un presupposto ineliminabile nella formazione professionale degli operatori dell'Intelligence - di quei servitori dello Stato i quali, a rischio della vita, lavorano nell'ombra.
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Dettagli

2014
15 gennaio 2014
125 p., Brossura
9788849839487

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alberto pierobon
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Dalla Prefazione: "Compito dell'operatore di Intelligence sta nel fornire informazioni al decisore politico". Sono conoscenze che richiedono una procedura, ossia un metodo. E si rassegnano più metodiche e procedimenti: per trial and errore, il circolo ermeneutico, il processo abduttivo, percorsi che consentono, in vario modo e con consapevoli limiti, di imparare. La logica classica procede con il modus tollens, come argomentazione falsificante; per Popper essa si pone nella "direzione induttiva", ma l'esperienza può confutare questa? Va distinta la falsificazione logica e quella metodologica, come pure le ipotesi ausiliarie e quelle ad hoc. Einstein, Murri, Gadamer (non esiste differenza tra circolo ermeneutico e il metodo delle congetture e confutazioni?) ed altri pensatori vengono citati. Ancora: explanans/explanandum; i fatti come artefatti; Peirce e il quadro delle credenze, il metodo a priori, il ragionamento abduttivo connesso alla deduzione e induzione; Sherloch Holmes come epistemologo. La valutazione delle fonti, loro attendibilità, fondatezza e rilevanza. Da approfondire criticamente.

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vitaliano bacchi
Recensioni: 3/5

Nuova concezione della intelligenza in questa operetta di agevole lettura che la identifica con l'informazione: intelligente è chi è informato per cui la concezione psicopedagogica che la individua nella "cognizione che consegue ad un processo di apprendimento" qui viene ridefinita anzichè in un ambito procedurale di progressiva censura delle ipotesi erronee, in un contesto neutro di conseguenza diretta del fatto di essere informato sull'elemento che conta per la cognizione. Con l'analisi del processo della scoperta scientifica di Semmelweis sulla causa della febbre puerperale gli autori ritornano tuttavia alla teoria epistemica classica della scoperta scientifca come dipendente dalla scoperta della legge dell'evento, una teoria che la gnoseologia nihilista ha screditato fin dalla sua origine con Nietzsche e oggi con le recenti radicali negazioni nihiliste di Feigenbaum sulla esistenza stessa di una possibile cognizione intelligente comunque conseguita. Intelligenza si riduce quindi al principio di realtà di Freud, senza ulteriori addizioni concettuali, la stessa psicoanalisi che Popper ha liquidato come insuscettibile di falsificabilità e quindi non scientifica; la preferenza degli A. per la psicoanalisi rispetto il metodo fallibilista di Popper non lo riduce alla beffa di Sokal ma la arieggia. Da un'opera di questo tipo ci si aspettano indicazioni logiche e procedurali circa l'essenza specialistica della intelligence che, sopratutto in ambito giudiziario, ha il suo impiego elettivo circa la previsione di eventi criminali e di terrorismo e il problema è risolto qui con il metodo delle costanti funzionali di correlazione fra eventi che ne consenta la struttura razionale intelligibile, quindi con la teoria classica. Non dà la chiave di accesso alla nozione di intelligenza ma ne formula l'equazione con l'informazione e con questo il suo codice generale: più intelligente è chi scopre il nesso causale risolutivo con il minor plesso di informazioni. Tutto qui.

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Dario Antiseri

1940

Originario della città umbra di Spello, si laurea in filosofia nel 1963 presso l'Università di Perugia; ha poi proseguito i suoi studi presso varie università europee sui temi legati alla logica matematica, all'epistemologia ed alla filosofia del linguaggio. Divenuto libero docente nel 1968 ha iniziato l'insegnamento presso l'Università "La Sapienza" di Roma e l'Università di Siena. È inoltre membro dell'Advisory Board del Centro Studi Tocqueville-Acton. Dal 1975 al 1986 è stato ordinario di filosofia del linguaggio presso l'Università di Padova mentre, dal 1986 al 2009, ha assunto la cattedra di "Metodologia delle scienze sociali" alla LUISS di Roma per poi ricoprire l'incarico di preside della Facoltà di Scienze politiche della...

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