Dopo la formazione napoletana, Gaspare Spontini si stabilì a Parigi, dove fu nominato “compositeur particulier de la chambre” dell’imperatrice Josephine, la moglie di Napoleone. Fu lo stesso Napoleone che gli commissionò nel 1808 l’opera Fernand Cortez, ou La conquête du Mexique, e fu presente alla prima rappresentazione, il 28 novembre 1809. La scelta del soggetto va collegato alla fase iniziale della guerra contro la Spagna e si discosta non solo dalle autentiche vicende storiche del 1519, ma anche dalle opere del secolo XVIII sullo stesso argomento. Nella contrapposizione tra Spagnoli e Messicani la virtù, il valore, l’atteggiamento tollerante e illuminato sono tutti dalla parte degli invasori. Nell’immagine fortemente idealizzata di Cortez come generale coraggioso, saggio e clemente, predestinato alla vittoria, si doveva riconoscere la figura di Napoleone. La sua lotta contro l’“oscurantismo” spagnolo corrispondeva a quella di Cortez contro la crudeltà, le superstizioni e i cupi intrighi di potere della casta dei sacerdoti aztechi (messicani). Cortez libera i Messicani dal “dio del male”, e soltanto il Gran Sacerdote rifiuta la sua clemenza. Come in una pièce à sauvetage viene salvata all’ultimo momento, quando sta per essere uccisa, la nipote di Montezuma, Amazily, che si era offerta al sacrificio al posto dello spagnolo Alvar, fratello dell’amato Cortez (dal punto di vista del Gran Sacerdote aveva suscitato l’ira degli dei in quanto traditrice della causa messicana). Il capo messicano Télasco, fratello di Amazily, invita a cessare ogni lotta: l’unione di Cortez con lei sancisce la conciliazione tra i due popoli. In Spagna le truppe francesi ebbero sorte assai diversa dai seguaci di Cortez nel lieto fine dell’opera di Spontini, e si è anche ipotizzato che gli esiti disastrosi della campagna di Spagna vadano posti in relazione con il numero limitato di rappresentazioni che Fernand Cortez ebbe a Parigi tra la fine del 1809 e il gennaio 1812. Quest’opera è stata registrata nell’Ottobre del 2019, esattamente 500 anni dopo lo sbarco in Messico di Fernand Cortez. Fernand Cortez trascende i limiti del componimento celebrativo occasionale: per citare il direttore Jean-Luc Tingaud “Spontini è tra due mondi: l’Ancien Régime e la musica che viene dalla tragédie lyrique francese… Ma Spontini ha inventato un nuovo stile che sarà molto ammirato da Wagner e Berlioz e che apre già la porta all’opera romantica, che viene dopo.” La regista Cecilia Ligorio si è ispirata ad un murales dipinto da Orozco all’interno di un palazzo di Città del Messico, dove Cortez è raffigurato con un’armatura argentea scintillante mentre Malinche – la figura storica da cui è tratto il personaggio di Amazily – è dipinta senza vestiti, con i colori naturali e rossastri che rimandano a quelli di Madre Terra.
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