Le civiltà scomparse dell'Africa

Finalmente una visione diversa dalle solite, le autocritiche occidentali hanno ormai mutato la percezione degli eventi, specie in ottica anticristiana; qui pare evidente invece che no, le conquiste arabe non avvennero così, per fede, ma per e con il terrore. per di più ostacolate da atti di eroismo che la storia raramente sottolinea, come quello della berbera Kahina, che oggi la si vuole ebrea... (non aggiungo altro). Oppure quando si enfatizza la conquista della spagna non ci si ricorda mai di dire che a farlo fu un africano, ne arabo, ne maomettano, ma africano.

A partire da Erodoto la storiografia è considerata una delle peculiari caratteristiche del mondo occidentale. Ciò ha portato gli Europei a ritenere, che all’infuori dell’Europa e dei grandi imperi asiatici, non vi fosse “storia” e nulla da dire del passato dei popoli del continente africano, americano e oceanico. Per molti secoli, funzionalmente al colonialismo, continenti come l’Africa sono stati considerati privi di civiltà e privi di storia. Ad alimentare il pregiudizio è anche l’effettiva scarsità di fonti scritte e la prevalenza dell’oralità. Se si escludono, infatti, la storia dell’Antico Egitto, di Cartagine e dell’Africa romana, lacunosa rimane la storia dell’Africa e delle sue civiltà. Il merito di John Coleman De Graft-Johnson, storico nato ad Accra (Ghana) nel 1919 e formatosi all’università di Edimburgo, è quello di avere realizzato una delle prime opere sulla storia dell’Africa che parte dalla comparsa degli ominidi fino al XX secolo. Un’opera importante perché restituisce una grande visione d’insieme, facendo luce su importanti e sviluppate civiltà africane scomparse, in particolare dell’Africa subsahariana occidentale, come gli imperi del Mali, del Ghana, Songhai, Monomatapa. e che scalza la prospettiva eurocentrica, analizzando ragionevolmente le prime forme di liberazione dei popoli africani dagli imperi coloniali, raccontando la nascita di due stati africani: la Liberia e il Ghana. L’opera, pubblicata in inglese nel 1954, risente tuttavia dei suoi anni, per questo motivo sarebbe stato necessario che l’editore inserisse un’introduzione dell’opera e anche qualche notizia biografica sull’autore, un importante uomo politico ghanese negli anni ’60 e ’70 e figlio di uno dei padri fondatori dello stato del Ghana. Il testo, di facile e appassionante lettura, pur tenendo conto dell’anno di pubblicazione, è un testo fondamentale per chi vuole conoscere qualcosa in più sull’Africa e per chi vuole intraprendere uno studio sistematico della storia africana.