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Romanzo storico che per quanto riesce a restituire il clima dell'epoca ha una prosa che in alcuni punti è molto elementare
E' un romanzo. Prende certamente spunto da eventi storici oggi da tutti riconosciuti ma non è un romanzo prettamente storico ma una "ricostruzione" del tutto soggettiva ed alquanto personale dell'Autrice. Sembra che si voglia far dire ad Ipazia probabilmente quello che pensa l'Autrice del romanzo e non Ipazia stessa. Ci sono pagine di valore ma, a mio modo di vedere, non sono tante. La storia è storia e non si possono o debbono cancellare gli eventi, li si può interpretare, li si può in qualche modo spiegare, ma solo se si hanno le competenze adeguate. L'Autrice ha competenze filosofiche ma non teologiche, bibliche ed esegetiche. Evidenziare con chiarezza gli errori della Chiesa è giusto e doveroso, ma esprimere giudizi sulla fede è altra cosa. Giudicare i cristiani come gente barbara, incolta, "volgare", che crede alle favole non è corretto. Estrapolare dalla Bibbia alcune frasi, denigrarle ed applicarle ad un ipotetico pensiero di Ipazia è scorretto. Una filosofa può e deve interpretare la filosofia, in tutti i sensi, ma se non ha competenze teologiche non dovrebbe mai esprimere giudizi radicali e ridicolizzanti in questo ambito. La Chiesa ha sbagliato tantissime volte nella sua storia. Ma non bisogna mai confondere il giudizio storico e morale sulla Chiesa con quello su Dio e la Scrittura. E se la Chiesa ha commesso errori stupefacenti - come nel caso di Ipazia - è pur vero che è stata a sua volta una realtà che ha conosciuto la realtà della persecuzione dall'inizio ad oggi. Dunque, chi vuole conoscere le vicende storiche si basi sui documenti. Un romanzo può dare molto ma non tutto. E, soprattutto questo romanzo su Ipazia più che un romanzo sembra una inappellabile e assai poco rispettosa sentenza sulla credibilità del cristianesimo. Del resto, si possono anche esprimere opinioni sulle religioni, ma sarebbe più prudente non giudicare la fede in sé stessa. E' utile leggere questo romanzo ma senza berselo. Occorre giudizio critico.
Bello il libro anche se 'forse' la storia è un po' troppo romanzata. Sicuramente sconsigliato agli indottrinati e seguaci ciechi di dogmi.
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