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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2001
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Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Con estrema semplicità ma con altrettanta chiarezza, il grande scrittore spiega alla figlia come rapportarsi all'Islam e alle culture diverse dalla nostra, usando un linguaggio adatto ai bambini e che consente a tutti noi di comprendere quanta ricchezza c'è nel mondo diverso da quello che conosciamo e quanti pregiudizi bloccano il nostro pieno sviluppo come esseri umani. Ottimo per la chiarezza nel trattare questioni estremamente complesse e delicate.
Una furbissima trovata commerciali in tempi di guerra e terrorismo. Inutile, risparmiate i soldi e investiteli in altro.
Può essere un buon punto di partenza per approfondire l'argomento.chiaro e abbastanza onesto.
Recensioni
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"Ma nell'Islam non esistono costrizioni. Nessuno ha il diritto di obbligarvi a dire preghiere, né Dio né vostro padre. Quindi siete liberi, pensateci; la cosa fondamentale è non rubare, non mentire, non picchiare chi è debole e chi è malato, non tradire, non calunniare chi non ha fatto nulla, non maltrattare i propri genitori e soprattutto non commettere ingiustizie."
In un momento drammatico come questo, in giorni in cui in Occidente si fa molta confusione, nell'ignoranza diffusa e nella superficialità dominante che arriva a dichiarare la superiorità della civiltà occidentale su quella araba, questo libro di Tahar Ben Jelloun è davvero provvidenziale. Credo (spero) che molti insegnanti lo adottino nelle loro classi, credo (spero) che molti genitori lo acquistino e lo leggano insieme ai propri figli.
All'origine del libro è un dialogo tra lo scrittore e la propria figlia di dieci anni, provocato dalle domande che la bambina si è posta ascoltando la televisione o cogliendo i discorsi dei propri amici e degli adulti dopo i tragici eventi dell'11 settembre.
Ben Jelloun ha capito come fosse utile per i più giovani, sia arabi che europei, chiarire alcuni concetti basilari, conoscere, almeno le linee generali dell'Islam, sapere anche solo qualche briciola della storia e della cultura del popolo arabo. Proprio dal suo rapporto con la figlia era nato anche il primo volumetto "didascalico" dell'autore marocchino, Il razzismo spiegato a mia figlia, che ebbe un successo strepitoso sia in Francia che in Italia e che, in un periodo di rigurgiti razzisti, svolse una salutare opera educativa soprattutto nelle scuole elementari e medie.
Le domande quindi che la bambina pone al padre riguardano proprio il suo disagio di araba e musulmana che vive in un paese europeo, la Francia, che vuole capire chi è, quali sono le basi della sua religione, e il perché improvvisamente sente denigrare le sue radici. Organizzato in capitoli, che corrispondono ai cinque giorni dei colloqui, il libro esamina la nascita dell'Islam, i cardini della religione islamica, la civiltà araba, la storia del rapporto tra occidente e oriente, i lasciti che di quella cultura permangono in quella occidentale.
La bambina scopre così, con legittimo orgoglio, la grandezza, l'antichità e la raffinatezza della propria civiltà, dopo aver capito come solo un tragico fraintendimento abbia potuto dar vita al terrorismo e al fondamentalismo.
Uno degli elementi che, a mio parere, rendono altamente educativo questo libro è il messaggio di equilibrio, di razionalità, di tolleranza che l'autore trasmette. La chiarezza espositiva rende accessibile questa complessa tematica ai più giovani, ma la lettura è di sicura utilità anche per gli adulti che troppo spesso si sentono in grado di fare affermazioni e dichiarazioni non suffragate da una conoscenza adeguata della materia.
Credo che l'auspicio dell'autore sia proprio fornire un piccolo contributo alla creazione di un mondo in cui non manchi mai il senso critico e in cui si possa vivere in armonia, nonostante, e forse addirittura grazie, alle differenze tra gli uomini.
A cura di Wuz.it
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